Passiti dell'Elba
Home » Vino » Vini passiti » Passiti dell’Elba
Cenni storici dei passiti dell’Elba.
Le origini viticole dell’ Elba hanno una storia millenaria, infatti risalgono al periodo greco-romano. In particolar modo è antica la storia dei vini passiti dell’Elba. Va da sé che siano numerose le citazioni di autori latini, come per esempio Plinio. Successivamente, il bando delle vigne emanato da Ferdinando I de’ Medici, sancisce l’ importanza delle viti isolane. Anche la dominazione napoleonica ebbe degli effetti, infatti determinò un’ incremento qualitativo. Inoltre, nel 1878, dopo la crisi vitivinicola dovuta alla filossera, la superficie vitata era ancora molto ampia. A tal proposito va ricordato che a fine ‘800, c’ erano 5 mila ettari vitati, contro i 3 mila del 1930 ed infine i 560 del 1991. Tale calo va principalmente imputato alla pratica del terrazzamento, che ridusse la superficie vitata, e al calo demografico. Infine, nel 1976, venne creata la DOC Elba, la quale comprende tutti i comuni dell’ isola.
Il territorio dei passiti dell’Elba.
Il territorio dell’ isola d’ Elba è prevalentemente montuoso, con un terzo del territorio isolano sopra i 200 metri slm. Spicca il Monte Capanne, la cima più alta con i suoi 1080 metri slm. Dunque ,geologicamente, l’ isola è una continuazione dell’ Appennino. Malgrado ciò, vi sono pianure costiere e dolci colli, situati nella parte più centrale dell’ isola.. Nonostante la relativa estensione, l’ isola d’ Elba vanta numerosi sistemi geo morfologici. Infatti, il terroir è variegato ed è caratterizzato da molteplici substrati geologici. Perlopiù si tratta di terreni composti di sedimenti eruttivi, rocce sedimentarie e metamorfiche. La morfologia dell’ isola è vocata per produrre unici e caratteristici vini passiti dell’Elba. Una trentina di produttori aderiscono al Consorzio di Tutela dei Vini dell’isola d’Elba e tutta l’area vitata è di circa 150 ettari. Inoltre bisogna ricordare che l’Aleatico Passito dell’Elba è una D.O.C.G. dal 2011.
Il pedoclima dei passiti dell’Elba.
Il clima isolano è di tipo sub-litoraneo tirrenico. Esso è quindi caratterizzato da una bassa escursione termica e da inverni miti e non eccessivamente piovosi. Per l’appunto un massimo di precipitazioni è registrato nei mesi autunnali, ed un minimo in estate. Infine, la temperatura media si attesta sui 22-23 °C. Questi fattori hanno reso possibile la disidratazione corretta degli acini tale da poter confrontare senza timore i vini passiti dell’Elba con altri.
Aleatico passito dell’Elba: il vitigno.
Furono i greci, molto probabilmente, ad introdurre l’ aleatico in Italia, che ben presto si diffuse in tutta la penisola. Questo vitigno a bacca rossa, era utilizzato sia per produrre uva da mensa, sia per vinificare vini dolci ed aromatici. Tale vitigno è tollerante alle malattie di origine crittogamica, mentre mal sopporta le primavere umide e le zone ombreggiate. Inoltre, può essere soggetto ad acinellatura dolce o acida.
Appassimento dell’ Aleatico.
Il grappolo è adatto alla tipologia di vino e inoltre conferisce un profilo unico al vino passito dell’Elba. Il metodo tradizionale prescrive di raccogliere le uve a mano, selezionando solo i grappoli con la maturazione ottimale. Dopodiché i grappoli sono posti ad appassire su cassette da 4/5 kg, posizionate su graticci al sole. Il periodo di appassimento dura circa 15-20 giorni. D’ altra parte, vi è poi un metodo meno tradizionale. Esso consiste nel disporre le cassette in tunnel artificiali ricoperti di reti e teli, dove si crea una ventilazione naturale. Ad ogni modo, lo scopo è di raggiungere una concentrazione zuccherina minima del 28% all’ interno dell’ acino.
La vinificazione dell’ Aleatico.
Il processo di vinificazione inizia con la pigiatura e la diraspatura ( spesso manuale) delle uve. Successivamente le uve sono fermentate per 7-10 giorni, ma solo solo 5-6 a contatto con le bucce. Segue quindi la svinatura ed una seconda fermentazione in inox o in barrique. Il processo termina solo quando si sarà raggiunto un equilibrio tra alcol svolto e residuo zuccherino. Una tale pratica di affinamento conferisce a questo particolare vino passito dell’Elba un profumo intenso, tendente all’ etereo.
Ansonica passito dell’Elba: il vitigno
Questo vitigno ha antichissime origini, si crede sia originario del medio oriente. Diffuso in Sicilia già in antichità, sull’ isola è conosciuto con il nome inzolia. Mentre è dal 1500 che si hanno notizie dell’ ansonica sull’Elba. Inoltre, questo vitigno ha forti affinità genetiche con le uve greche rhoditis e sideritis . Si crede , invece, che il nome derivi dal termine francese ansoria “color oro”. L’ ansonica ha una produzione abbondante e costante. Inoltre, predilige forme di coltivazione a media o ridotta espansione, come il guyot o alberello. Va inoltre specificato che questo vitigno resiste bene ala siccità, ma è sensibile alle alte temperature estive. Il grappolo possiede tutte le caratteristiche per produrre un vino passito dell’Elba tipico. Da ultimo, l’ ansonica, è sensibile peronospora solo in particolari annate.
Appassimento dell’ Ansonica.
Questo vitigno ha antichissime origini, si crede sia originario del medio oriente. Diffuso in Sicilia già in antichità, sull’ isola è conosciuto con il nome inzolia. Mentre è dal 1500 che si hanno notizie dell’ ansonica sull’ Elba. Inoltre, questo vitigno ha forti affinità genetiche con le uve greche rhoditis e sideritis . Si crede , invece, che il nome derivi dal termine francese ansoria “color oro”. L’ ansonica ha una produzione abbondante e costante. Inoltre, predilige forme di coltivazione a media o ridotta espansione, come il guyot o alberello. Va inoltre specificato che questo vitigno resiste bene ala siccità, ma è sensibile alle alte temperature estive. Il grappolo possiede tutte le caratteristiche per produrre un vino passito dell’Elba tipico. Da ultimo, l’ ansonica, è sensibile peronospora solo in particolari annate.
La vinificazione dell’ Ansonica.
Dopo l’ appassimento, le uve sono diraspate ( spesso a mano) e pigiate. Dopodichè, vengono messe a fermentare, per un periodo che va dai 7 ai 10 giorni. Vi è anche una breve macerazione sulle bucce, che dura tra le 24 e le 36 ore, a 5-7 °C. In tal modo questo vino tipico passito dell’ Elba assumerà un colore più ambrato. Segue questa fase il processo di svinatura. Successivamente la fermentazione del mosto procede in inox o in barrique, fino al raggiungimento dell’ equilibrio alcolico-zuccherino. In ultima istanza l’ imbottigliamento, che avviene a fina primavera, per concedere un ulteriore affinamento in bottiglia.