Alto Adige passito

Cenni storici

Le prime tracce di tradizione vinicola della regione risalgono al VI secolo a.C.. Infatti presso Bressanone, il ritrovamento di vinaccioli all’ interno di un vaso, testimonia le origini antichissime. Difatti già il popolo dei Reti coltivava a vite le fertili valli altoatesine, lungo l’ Adige e l’ Isarco. Successivamente, i Romani  introdussero le coltivazioni a pergola e l’ uso delle botti di legno. Proseguendo,  nel Medioevo, erano i  monaci ad occuparsi della coltivazione dei vigneti e della produzione del vino. Proprio per questo, a loro si deve il merito di aver custodito ed aggiornato le tecniche di coltivazione. Tant’è che nel 1370, un regolamento dell’ imperatore Carlo IV sancisce l’ importanza del vino nella regione. Successivamente, nel XVIII secolo, anche l’ imperatrice Maria Teresa d’ Austria  attesta la produzione dei vigneti il Alto Adige. Infine, nel 2002, questa zona ottiene la DOC, con la denominazione Alto Adige o Südtiroler.

Il territorio del Passito dell'Alto Adige.

Il territorio di produzione dell’ Alto Adige passito, si snoda attraverso 5000 ettari vitati in provincia di Bolzano. I vari terreni coltivati seguono la conformazione montuosa, perciò si hanno notevoli escursioni di quota tra i diversi vitigni. Infatti, a seconda dell’ altimetria, si possono ottenere prodotti molto diversi. Ad ogni modo, le peculiarità del terreno, ricco di calcare, unito al clima fresco donano ai vini segni distintivi. Proprio a causa di ciò, i vini altoatesini hanno una proverbiale parte olfattiva, nonché un’ acidità nobile.

Pedoclima del Passito dell'Alto Adige.

Il clima è spiccatamente montano, con estati fresche e inverni rigidi. Perciò le temperature medie si attestano su valori relativamente bassi. Inoltre, la presenza di rilievi montuosi molto elevati, permette di creare un microclima particolare. Infatti tali massicci fungono da barriera per le correnti fredde i venti caldi come  il föhn. Questo particolare clima, per di più, influenza positivamente l’ acidità e lo sviluppo aromatico delle uve, nonché l’ appassimento.

I vitigni dell' Alto Adige Passito.

Gewürtztraminer.

Detto anche traminer aromatico bianco, affonda le sue origini storiche nella zona di Termeno. Infatti, risalgono al XIV secolo le tracce di traminer coltivato nei dintorni del paese altoatesino. Questo vitigno ha una foglia piccola e penta lobata, con un grappolo piccolo e compatto. Inoltre, presenta un acino tondo, di medie dimensioni e con una spessa buccia,  di colore grigio-rosato. Infine, presenta una polpa dolce, con note spiccatamente aromatiche e questo vuol dire che produce un Alto Adige Passito altamente qualitativo.

Moscato giallo.

Vitigno noto in zona anche come goldmuskateller, ha origine probabilmente greca. Questo vitigno ha foglia trilobata, liscia nella parte inferiore. Inoltre, presenta un grappolo di grandi dimensioni, talvolta spargolo. Il moscato ha un acino sferoidale, con una buccia color giallo intenso. Questo vitigno produce dei vini passiti dell’Alto Adige di colore giallo aureo e un sapore marcatamente dolce, con sentori tipici di moscato. Infatti al naso, il vino, si presenta aromatico, con note agrumate e floreali, di miele e mele al forno. In ultima istanza,  in bocca si delinea come di gusto persistente, morbido ed aromatico.

Moscato rosa.

Conosciuto  anche come rosenmuskateller, questo vitigno è di origine greco/ mediorientale. Infatti fu introdotto in zona solo successivamente, dai Veneziani. Questa varietà di vitigno origina uve aromatiche, che ben si prestano alla produzione di passiti. Di conseguenza, si ottengono vini di color rosso rubino, dolci e aromatici, con sentori mediterranei e di rosa. Inoltre, sono vini di corpo, eleganti  e con una fresca morbidezza. 

Il disciplinare

Il disciplinare sancisce che la produzione dei passiti dell’ Alto Adige , devono derivare da uve con una resa massima di 40 hl per ettaro. Inoltre, tali vini, non possono essere commercializzati entro il 1° giugno dell’ anno successivo alla vendemmia. In aggiunta, questi vini devono avere un titolo alcolometrico non inferiore ai 16% Per quanto riguarda i vitigni, il disciplinare permette di vinificare in purezza o con blend di uve. I vitigni ammessi sono lo chardonnay, il pinot bianco e grigio. Questi vitigni devono essere presenti in quantità minime del 75%, ma singolarmente, non possono superare il 70%. In aggiunta, sono ammessi altri vitigni: gewürtztraminer, müller thurgau,  sauvignon,  riesling e sylvaner: tutti con una percentuale del 25%. Infine, per quanto riguarda l’ appassimento, avviene in pianta o sui tipici graticci di paglia.

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