Albana di Romagna Passito

Albori dell' Albana di Romagna Passito.

La viticoltura in Emilia-Romagna può vantare tradizioni antichissime. Grazie a fonti archeologiche e letterarie, si può risalire a territori vitati già in epoca romana e bizantina. Infatti l’ Albana è conosciuta da almeno 1500 anni, anche se la prima descrizione del vino risale all’inizio del 1300, grazie al “Trattato di agricoltura” di Pier De’ Crescenzi. Numerose sono poi le leggende che si sviluppano intorno a questo vino. A riguardo possono essere citati gli aneddoti sulla figlia di Teodosio, Galla Placidia, e sul Barbarossa, entrambi amanti dell’Albana di Romagna Passito. Un’altra testimonianza di vinificazione di passiti in Romagna, si deve all’opera dell’ abate Giovanni Battara , che nel 1782, descrive l’ appassimento delle uve su stuoie.

Storia recente dell' Albana di Romagna passito.

Nel 1967, l’ Albana di Romagna ottiene la DOC, ma non per la versione passita. Ciò era dovuto al fatto che la produzione di passito era una prerogativa contadina, destinata all’ autoconsumo. Fu grazie al lavoro di Stefano Ferrucci , proprietario di un piccola azienda vinicola, che la tradizione di far appassire le uve venne ripresa. Difatti in quello stesso anno commercializzò per la prima volta un passito, con la denominazione di Passito di Castelbolognese. Nel 1987, l’ Albana di Romagna, fu il primo vino bianco italiano ad ottenere la DOCG, anche per la variante passita. Il definitivo rilancio si ebbe grazie alla Fattoria Zerbina, ad opera di Cristina Geminiani e Vittorio Fiore, i quali furono i primi ad ottenere una Albana DOCG con metodi moderni.

Il territorio.

L’area di coltivazione dell’Albana si estende tra le province di Forlì Ravenna e Bologna. Perciò è situato al margine meridionale della pianura padana, localizzato su una fascia collinare racchiusa fra gli Appennini e l’ Adriatico. La superficie vitata è di circa 140.000 ettari. Il terreno è prevalentemente di composizione calcarea marnoso-arenacea, con struttura mediamente compatta, a tratti ciottolosa e di buona profondità. Proprio questa conformazione geologica conferisce all’ Albana uno spiccato profumo, eleganza e morbidezza. Le zone maggiormente vocate per la produzione viticola vanno da Imola fino a Faenza e da Forlì a Cesena. Degno di nota è il territorio di Bertinoro, presso Forlì, che grazie al suo microclima particolare, permette all’ Albana di esprimersi al meglio.

Il clima.

L’ areale di coltivazione dell’ Albana ha un clima sub-litoraneo adriatico. Perciò le temperature medie annue si attestano sui 14 °C, con picchi di 30 °C a luglio e 1°C a gennaio. Tale regime termico è di tipo continentale, mitigato dell’influenza dell’Adriatico. Le precipitazioni si concentrano prevalentemente nella stagione autunnale inoltrata, con picchi ad ottobre ma anche in primavera.

Il vitigno Albana di Romagna.

L’ albana è un vitigno conosciuto fin dai tempi dei romani e sono probabilmente proprio loro ad averlo introdotto in Romagna. L’ origine del nome di questo vitigno si crede derivi dai Colli Albani, presso Roma. Tuttavia, c’è anche un’ altra interpretazione: il nome “albana” deriverebbe dal fatto che è un  vino ottenuto con uve bianche, dette appunto albane.  Il vitigno albana ha numerosi biotipi e cominciamo con il dire che l’ Albana gentile di Bertinoro, ha un grappolo grande ed è adatta alla produzione di vini da dessert. Poi citiamo l’ Albana della serra o della forcella che ha grappolo allungato, acini radi ed è idonea alla vinificazione di vini secchi alcolici. Mentre l’ Albana della compadrona, con grappolo grande, rado, allungato e molto produttivo è ottimo per la produzione di vino alcolico e pigmentato. Ancora possiamo parlare di Albana della gaiana, a grappolo piccolo, spargolo, a germogliamento tardivo che dà vini secchi e corposi. Ultima, ma non meno importante è l’Albana della bagarona, a grappolo medio-grosso, anch’esso spargolo, mediamene produttivo ed è adatto a produrre vini secchi.

Caratteristiche del vitigno Albana di Romagna.

L’ albana ha una buona tollerabilità alle gelate primaverili e alla siccità ma è sensibile al vento. Questo vitigno predilige terreni collinari argillosi, ben esposti al sole. Inoltre è tollerante alle malattie crittogamiche (parassitarie), ma è sensibile alla botrite e al marciume acido. In ultimo, è soggetto ad una lieve acinellatura, soprattutto per il biotipo

Appassimento delle uve.

Questo vino passito può essere realizzato con sistemi tradizionali, ovvero lasciandole surmature in pianta o farle appassire in fruttaio. Va precisato che, attualmente, si adottano locali appositi con temperatura e umidità controllata. Durante questa fase, il tenore degli acidi presenti nell’ acino (soprattutto il malico), tende a diminuire. Di riflesso, le componenti zuccherine, polifenoliche e minerali tendono invece a concentrarsi.

Disciplinare di produzione.

Il disciplinare di produzione dell’ Albana di Romagna passito, stabilisce che le uve devono avere un tenore zuccherino di almeno 23g/l. Conseguentemente, i produttori che vogliono raggiungere questa soglia in pianta, dovranno posticipare la vendemmia di circa 30 giorni. D’ altra parte , in fruttaio, l’ uva necessita di circa 60 giorni di appassimento, ad una temperatura di 25/35 °C e con un’ umidità del 40/50%. Comunque, va precisato che il disciplinare stabilisce che le uve possono effettuare un periodo di appassimento fino al 30 marzo. Inoltre stabilisce che la vinificazione non può essere anteriore al 15 ottobre dell’ anno di vendemmia. Tuttavia, per coloro che scelgono l’ appassimento in vigna  tale limite scadenza non vale. Tutto ciò perché va assicurato un contenuto zuccherino nelle uve di almeno 284 g/l. Proseguendo, il disciplinare consente l’ affinamento in legno e prescrive un invecchiamento in bottiglia di almeno 6 mesi. Come punto finale, non può essere commercializzato prima del  1° aprile dell’ anno successivo alla vendemmia.

Caratteristiche organolettiche .

Albana di Romagna passito riserva.

Vi sono poi coloro che praticano l’ appassimento in pianta con muffa nobile. Tali tecniche producono un vino con tenore zuccherino dell’ uva di almeno 400 g/l e alcol svolto di almeno 4%. In tal caso il disciplinare prevede l’ utilizzo della dicitura albana di romagna passito riserva . Essendo un riserva, questo vino è invecchiato fino a 5 anni. Perciò non può essere commercializzato prima del 1° dicembre successivo all’ anno di vendemmia.

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