Vini friulani
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Storia dei vini friulani.
Le radici dei vini friulani.
Secondo gli studiosi, la vite è giunta in terra friulana già nel XIII e XII secolo a.C., ad opera degli Eneti. Dell’ età pre-romana, però, non si hanno molte fonti, all’ infuori di qualche corredo funebre con delle anfore per vino. Con l’ avvento dei Romani, si ebbe una crescita quantitativa e produttiva, come ci testimonia anche Plinio il Vecchio. Lo stesso Plinio ci descrive le qualità del Pucinum, un vino dalle presunte capacità medicinali, bevuto anche da Livia Drusilla. Inoltre, si deve ai Romani anche la fondazione della più importante città della zona, Aquileia, nel II secolo d.C. Qualche secolo dopo, Cassiodoro, primo ministro dell’ imperatore Teodorico, esalta i territori friulani per la quantità dei vigneti presenti. Infine, nel 534, Teodato, re degli Ostrogoti, elogia i vini friulani.
Il Medioevo dei vini friulani.
Il Medioevo, per i vini friulani, non fu sicuramente un’ epoca buia, anzi. Infatti, la vitivinicoltura friulana medioevale era fiorente, tant’ è che i vini friulani erano esportati ed apprezzati. Principale mercato dei vini friulani era la Repubblica di Venezia, che consumava ed elogiava le qualità del Raibola (ribolla). Inoltre, in quel periodo si producevano con successo vini in Istria, nel Collio. Celebri, già al tempo, erano il Pinello, il Turbiano, la Malvasia, la Vernascia e il Moscatello.
Il rinascimento per i vini friulani.
Durante il Rinascimento la buona fama dei vini friulani rimane intatta. Inoltre, si affermano nuovi vitigni, come il terrano, il romania e il pignolo, nonché il picolit.
I vini friulani nell’ epoca moderna.
Con lo scorrere dei secoli, la viticoltura friulana si aggiorna, anche grazie ad iniziative lungimiranti. Infatti, nel 1765, viene fondata la Società Agraria Teresiana, in onore di Teresa d’ Austria. Inoltre, nel 1787 si effettua il primo catasto dei vigneti, classificando le varie zone in base alla qualità della produzione. Però, purtroppo, non viene portato a termine. Malauguratamente, a fine ‘800 in Friuli compare l’ oidio, seguito dalla peronospora e in ultima istanza, nel 1888 dalla filossera. Di conseguenza, vi fu un periodo di devastazione, operata da questi parassiti, fino al 1927. Infine, nel 1931, finalmente, grazie alla collaborazione dell’ istituto di viticoltura di Conegliano, si pongono le basi per la rinascita dei vini friulani.
Ambiente idrogeologico dei vini friulani
La geografia dei vini friulani.
La regione Friuli-Venezia-Giulia, è situata nell’ estremo nord-est dell’ Italia. I confini sono al nord con l’ Austria, a est con la Slovenia, ad ovest col Veneto ed a sud è bagnata dall’ Adriatico. Il territorio è inoltre prevalentemente montuoso, per circa il 42%. I monti friulani sono costituiti dalle propaggini meridionali delle Alpi Carniche e dal settore orientali delle Alpi Giulie. La cima più alta è il Montasio. In questa zona montuosa, si fanno spazio strette valli, che bene si prestano alla viticoltura. Proseguendo verso sud, troviamo la fascia collinare, costituita da terreni sabbiosi, marnosi e arenarie , conosciute con il nome di “ponca”. Infine, la pianura, di tipo alluvionale, prosecuzione della pianura padano-veneta
Idrografia dei vini friulani.
Il principale fiume della regione è il Tagliamento ma un altro fiume di grossa portata è l’Isonzo e a seguire il Cellina, il Meduna, l’Arzino e lo Judrio. Mentre i laghi principali sono : il lago di Cavazzo, di S. Daniele, dei Tre Comuni e di Fusine.
Il fenomeno dei fiumi carsici.
Tipico della regione, è il fenomeno del carsismo. Infatti, molti fiumi, sfruttando la porosità del terreno, scorrono nel sottosuolo, fino a ricomparire da dei “fontanili”. I principali fiumi carsici sono il Timavo e il Livenza.
Le zone vitivinicole dei vini friulani
Caratteri generali dei vini friulani.
I vini friulani sono per i 54% ottenuti da uve a bacca rossa, mentre per il restante 46% da uve a bacca bianca. Il Friuli-Venezia-Giulia è sì famoso per i suoi eccellenti vini bianchi, ma sarebbe sbagliatissimo trascurare la controparte rossa. Infatti, nella regione si coltivano grandi vitigni, come il pignolo, lo schioppettino e il refosco dal peduncolo rosso. Inoltre, non possiamo non citare il tocai friulano, il picolit, il verduzzo friulano ed il ribolla gialla. In generale, le viti si allevano principalmente in due modi, a guyot modificato, detto a cappuccina. Mentre, in pianura, è più diffuso il sistema a metodo Friuli, ovvero il syloz con cordone orizzontale e tralci legati.
La zona pianeggiante dei vini friulani.
L’ area pianeggiante comprende la DOC Friuli-Grave, che produce il 54% della produzione certificata in regione. Il territorio delle grave è morenico, ricco di sassi e ciottoli, situata tra le valli di Livenza ed il Tagliamento. Inoltre, la DOC può essere divisa in sottozone, come i colli di Castelnuovo, l’ area di Meduno-Maniago, di Sequals e Lestans. Il terroir di questa zona potrebbe addirittura essere paragonato alle famose “graves” del bordolese. Infine, in questa zona, sorge uno dei più importanti centri mondiali per la produzione delle barbatelle innestate, nel comune di Rauscedo.
La zona collinare dei vini friulani.
Di questa zona fanno parte la DOC Colli Orientali del Friuli e la DOC Collio. Il territorio, geologicamente è formato da terreni gialli o grigi, collinari, esposti a sud: un mix adatto alla viticoltura di qualità. Queste due DOC si contendono il primato qualitativo della regione, grazie alle uve coltivate sui gradoni delle colline e dei “ronchi”. Infatti, sui ronchi, le alture più alte e meglio esposte, vengono ancora coltivati i vitigni autoctoni, come il ribolla gialla, pignolo, tezzalenghe e picolit. Inoltre, la DOC Colli Orientali del Friuli punta anche sulle varietà a bacca rossa, come lo schioppettino, refosco nostrano, refosco dal peduncolo rosso e merlot. Tuttavia, all’ interno di questa zona, a Ramandolo, nella frazione Nimis, viene coltivata una varietà a bacca bianca, il verduzzo friulano. Proprio da questo vitigno, si ottiene un vino da dessert assai nobile e prelibato, il Ramandolo DOCG .
La zona carsica dei vini friulani.
Questo territorio è rappresentato dalla DOC Carso, che si estende dalla pianura friulana, passando per la provincia di Gorizia, fino a tutto il triestino. I terreni di questa denominazione sono carsici, ricche di rocce bianco grigie, nonché sassose e ferrose. Difatti, in questa zona, si coltivano la malvasia istriana, la vitovska e il terrano; che ben si adattano a questo impervio territorio.
La zona dell’ Isonzo.
In questa zona, che prende il nome dall’ omonimo fiume, vi è la DOC Friuli-Isonzo, situata in provincia di Gorizia. La DOC si estende su terreni di origine alluvionale , in una zona collinare e pianeggiante. Infatti, tali terreni sono prevalentemente argillosi, adatti al pinot grigio.
La zona del litorale dei vini friulani.
Questa porzione di territorio comprende le DOC Friuli-Latisana e Friuli-Aquileia, proprio nel caratteristico territorio delle risorgive carsiche. Infatti, in questa zona, i terreni sono principalmente argillosi-sabbiosi, su un substrato ghiaioso. Inoltre, nella DOC Friuli-Latisana è presente una discreta quantità di vitigni a bacca rossa, capeggiati dal refosco dal peduncolo rosso.
La zona della DOC Friuli-Annia.
Questa porzione di territorio è caratterizzata da terreni pianeggianti, argillosi, sabbiosi e ricchi di minerali. Perciò, nella DOC Friuli Annia si punta a produrre vini freschi e fruttati, competitivi per il mercato
La zona della DOC Lison-Pramaggiore.
Il territorio della denominazione Lison-Pramaggiore è condiviso con il Veneto. Il terreno è prevalentemente di tipo sedimentario e alluvionale, con presenze calcaree.
La gastronomia friulana
Una contrapposizione tra terra e mare.
La cucina regionale ha due anime: una che si basa sulla pesca e l’ altra che si basa sui prodotti della terra. Inoltre, nella regione convivono influenze culinarie venete, asburgiche e slave. Insomma, un mix interessante e sicuramente succulento. Puoi scoprire tutte le DOP del Friuli.
Gli antipasti friulani.
In primo piano, tra gli antipasti, troviamo i salumi. Inconfondibile è il San Daniele DOP, servito con fichi e melone, oppure il prosciutto di Sauris, affumicato con erbe selvatiche. Inoltre, molto apprezzati sono i salami d’ oca, di cinghiale e di asina. Sempre tra gli insaccati, prelibato è il salame alla friulana, fritto in padella con aceto. Mentre le salviade, foglie di salvia impanate e fritte, e i fiori dolci sono ottimi piatti a base di verdura. Infine, tra gli antipasti di mare spiccano la granseola alla triestina e la trota affumicata nelle erbe aromatiche. Infine, molto diffusa è la polenta, tipica è poi la bisma, preparata con polenta, crauti e fagioli, con un po’ di lardo.
Le minestre friulane.
La regione è un vero e proprio regno dei brodetti di mare, come quello di seppioline, di Trieste e di Marano Lagunare. Inoltre, assai gustosa è la jota, con fagioli, crauti, patate e aromi; il minestrone alla triestina e la trippa. Anche la zuppa di riso e patate, nonché la minestra di orzo e fagioli, oppure la sope de cjavàl, con spinaci, sono ottime
I primi piatti friulani.
Tra i primi piatti di terra, troviamo gli agnolotti alla Carnia, con ricotta, spinaci, uvetta e cedro candito. Inoltre, tipici sono i cialzon di Timau, dei ravioli ripieni con patate, ricotta, spezie ed aromi. Altra variante sono i cialzon di Arta, farciti con ricotta affumicata, pere e menta. Un altro particolare sono le lasagne ai semi di papavero, nonché gli gnocchi di susine. Inoltre, non si possono non citare il fritto di polenta, gli gnocchi affogati di patate e i molti risotti. Assai gustosi sono i risotti alle ortiche, ai pecoci (cozze), al pomodoro, ai frutti di mare, con scampi e con le ortiche.
I secondi piatti di terra friulani.
Partendo dalle preparazioni a base di carne, spicca la carne di manzo. Infatti, ottimo è l’ arrosto di manzo al cumino, lo stinco di vitello al forno con patate e la testina alla carnaiola. Inoltre, si prepara il gulasch, manzo stufato ed aromatizzato con paprika ed altri aromi. Anche la carne di maiale è un ingrediente di pregio. Infatti, si cucina il maiale in salsa di lamponi, nonché le deliziose luganeghe e le marcunde. Ottimi sono anche i cevacpici, delle polpette di carne, lasciate macerare nel vino bianco e poi cotte alla griglia. Prelibato è anche il frico, composto da formaggio Montasio fritto nel burro, con patate e cipolle. Passando alle preparazioni di selvaggina, troviamo la lepre alla boema, la coscia di agnello in umido e i piccioni in umido. Inoltre, ottimi sono il capriolo in salmì, il cotechino bollito e il castrato in salmì con pinot nero.
I secondi piatti di mare friulani.
Molti sono i piatti a base di prodotti ittici. Per esempio, ottimo sono le cannocchie al sugo, le cappesante gratinate, le seppioline e granseola. Inoltre, si prepara il boreto alla graisana; per boreto si intende il rombo, servito con polenta tenerissima. Ottimo è anche il brodetto alla gradese, così come la trota al cartoccio e il luccio arrosto con gli champignon e pancetta. Tipico e prelibato è poi il pesce in saor, ovvero fritto e conservato con olio, cipolle e uvetta.
I contorni della cucina friulana.
Tipiche della tradizione friulana sono le molteplici frittate. Esse sono preparate con erbe ed ortaggi. Inoltre, un piatto particolare è la brovada, composto da rape inacidite nelle vinacce. Singolari sono anche i carciofi carsolini e la verza ripiena con carne trita. Infine, troviamo le patate in tecia, con lardo, cipolle, brodo e vino bianco. Per ultimo, troviamo la salsa di cren, ovvero di rafano, che si serve in accompagnamento ai piatti di carne.
I formaggi tipici friulani.
Re dei formaggi friulani è sicuramente il Montasio DOP , che ha molteplici gradi di stagionatura. Inoltre, troviamo altre forme, come il formaggio del cit, spalmabile, oppure la latteria di Fagagna. Proseguendo, citiamo l’ immancabile ricotta, spesso fatta affumicare. Infine il formaggio asino, detti così non perché prodotti con latte d’ asina, ma perché provengono dalla Val d’ Asio. Questo formaggio è assai caratteristico, in quanto maturati in speciali salamoie. Scopri i 20 formaggi tipici friulani.
La pasticceria friulana.
In pasticceria si fanno sentire le influenze austriache, tant’ è che si preparano dolci come le omelette alla frutta e le frittelle di mele. Invece, tra i dolci di ispirazione locale, troviamo le castagnole di Sacile, preparati con farina, zucchero, burro, uova, limone e poi fritti nello strutto. Inoltre, tipiche sono le frittelle di riso, uvetta e pinoli. Nota è la gubana, un dolce a pasta lievitata, farcita di mandorle, frutta secca, agrumi canditi e cioccolato. Successivamente, ricordiamo la pinza dolce ai fichi secchi e noci e le esse di Raveo, dei biscotti dalla caratteristica forma. Altra preparazione fritta sono i chifeletti, ottenuti da un impasto di patate, farina, zucchero e cannella. Tipico di Pasqua è il presnitz, mentre particolare è lo strucolo goriziano. Infatti, questo dolce è composto da un impasto di patate salato e poi farcito con noci, uvetta e pinoli, servito con burro fuso.