Vini trentini

Storia dei vini trentini.

Una storia millenaria.

Le prime tracce di viticoltura in trentino risalgono addirittura al II millennio a.C. Infatti, alcuni scavi archeologici nella val d’ Isarco, hanno portato alla luce anfore contenenti vinaccioli. Successivamente, a testimoniare l’ origine antichissima della produzione vinicola trentina, fu ritrovata a Cembra un’ anfora da vino etrusca dell’ VIII secolo a.C. Proseguendo nei secoli, con l’ avvento del dominio di Roma, la coltivazione della vite migliorò tecnicamente ed incrementò. Tant’ è che, nell’ età imperiale,  furono introdotte nuove varietà di vite. A supporto della bontà dei vini del trentino, vi sono numerose testimonianze di apprezzamenti da parte di personaggi noti. Infatti, lo stesso Augusto apprezzava assai il vino Rethico; nonchè Plinio, che descriveva i vini trentini conservati in botti di legno. Infine, con l’ editto di Domiziano, nel 92 d.C. il vino del Trentino fu costretto ad essere esportato verso i territori a nord, con notevole successo.

Un medioevo prospero per i vini del Trentino.

Durante i secoli bui, la pratica della viticoltura e della vinificazione fu custodita e tramandata dai monaci. Infatti, specialmente benedettini e domenicani, acquistarono e reintrodussero in molti territori la vite, dopo le devastazioni portate dai barbari. Proprio nel periodo medioevale i vini trentini ottenuti dalla schiava, teroldego e marzemino cominciarono ad ottenere notevole fama. Quest’ ultimo, era molto gradito anche a Mozart.

L’ epoca moderna.

Già nel XVI secolo, Andrea Bacci, descriveva come i vini della val d’ Isarco fossero assai pregiati ed amati in Germania ed Austria. Purtroppo, a partire dal 1851 e fino al 1880, il settore vitivinicolo trentino fu flagellato dall’ oidio e dalla peronospora. Come se ciò non bastasse, nel 1907 arrivò anche la filossera. Comunque, nel 1869, la Dieta di Innsbruck acquistò le proprietà degli Agostiniani di San Michele, e nel 1874, fondò l’ Istituto San Michele. In pochi anni, questo istituto, diventò uno dei più importanti ed eminenti istituti vitivinicoli in Italia. L’ istituto San Michele, oggi rinominato fondazione Edmund Mach, è ancora un polo di riferimento nel settore.

Pedoclima dei vini del Trentino

La morfologia del territorio

Il territorio del trentino è suddiviso longitudinalmente in due metà dal fiume Adige, che scorre da nord verso sud. Alla destra del fiume si staglia il gruppo delle dolomiti di Brenta, nonché i massicci dell’ Ortles- Cevedale e quello dell’ Adamello. Tra queste imponenti montagne, si aprono le Val di Non e la Val di Sole. Invece, alla sinistra del fiume, si trovano il Monte Baldo, i Monti Lessini e il Massiccio del Pasubio. Proprio in questa porzione di territorio si trovano le Valli di Fassa, di Fiemme, di Cembra e l’ Alta Valsugana. L’ intera fascia montana è costituita da rocce cristalline, scistose e metamorfiche.

L’ idrografia dei vini del trentino.

Senza dubbio, il fiume più importante del territorio Trentino è l’ Adige, secondo fiume in Italia  per lunghezza. Nell’ Adige confluiscono l’ Avisio e il Noce. Il Brenta tocca il trentino solo nel suo tratto superiore. Mentre il Sarca e il Chiese confluiscono nei laghi di Garda ed Idro. Infine, numerosi sono i laghi nella regione, come quello di Molveno, di Ledro e di Levico. Il Trentino è anche bagnato dal Lago di Garda e da quello d’ Idro.

I climi che influenzano i vini del Trentino.

Il clima della regione presenta caratteri diversi da zona a zona. Comunque, il Trentino può essere diviso in quattro zone climatiche.

  1. A nord, la Val di Cembra, con il suo clima prettamente alpino;
  2. La Valle dell’ Adige, con il suo clima continentale;
  3. La Vallagarina, con anch’ essa un clima continentale;
  4. E la Valle dei Laghi, più a sud, con un clima quasi mediterraneo, ma con inverni comunque freddi.

Nel complesso, notevoli sono le escursioni termiche, sia stagionali che giornaliere. Ciò consente un arricchimento dei profumi delle uve, che poi si trasferiranno ai vini del Trentino. Infine, le precipitazioni sono sempre abbondanti e distribuite abbastanza uniformemente durante l’ anno.

Le uve più impiegate nella produzione dei vini del Trentino.

Uve locali ed uve internazionali.

Il vitigno a bacca rossa più coltivato in Trentino è lo schiava, grazie anche alle sue numerose sottovarietà. Invece, per quanto riguarda le uve a bacca bianca, la varietà dominante è lo chardonnay. Questo vitigno viene impiegato soprattutto per la produzione dello Spumante Trento DOC. Proprio con questo vino speciale, si sono avuti i primi esempi di spumantizzazione in Italia. Per saperne di più, si consiglia di visitare il sito del Trento D.O.C.

Le zone di produzione dei vini del Trentino.

Caratteri generali delle zone vitivinicole trentine.

La produzione vitivinicola trentina è caratterizzata per la grande qualità, tant’ è che 2/3 della produzione è certificata DOC. Ecco, di seguto, il sito del Consorzio di Tutela dei Vini del Trentino. I vini del trentino sono ottenuti prevalentemente da viti coltivate nella fascia altimetrica che va dai 300 ai 600 s.l.m. Il sistema di allevamento della vite più diffuso nella regione è a pergola trentina. In questo sistema, infatti, i grappoli sono ben intervallati e soleggiati, senza rischio che si facciano ombra a vicenda.  In generale, i vini del trentino, hanno  caratteristiche qualitative notevoli, dovute soprattutto al clima, caratterizzato dalle notevoli escursioni termiche. Infatti, tale cambiamento repentino della temperature dona all’ uva caratteristiche olfattive di pregio. Infine, anche l’ ottimale esposizione al sole e la pendenza dei terreni su cui si coltiva la vite contribuisce a migliorare il risultato finale.

La Val Lagarina.

In questa zona vitivinicola,  ai lati dell’ Adige, si estendono numerosi vigneti coltivati a pergola doppia o a pergola semplice. In questo territorio, l’ uva marzemino gentile riesce ad esprimersi al meglio. Infatti, sulle colline basaltiche nei pressi di Isera, da quest’ uva si ottiene un vino delicato e fine. D’ altro canto, invece, nell’ area di Volano il marzemino gentile da un vino corposo e strutturato.

La Piana di Trento.

In questa zona vitivinicola si coltivano diverse varietà, come la schiava grossa, il merlot e l’ enantio ( una sottovarietà di lambrusco). Inoltre, nelle zone di Besenello è assai diffuso il moscato giallo, mentre ad Aldeno si trovano vigne di chardonnay, pinot bianco e cabernet.

La Valle dell’ Adige.

Questa zona è il cuore della vitivinicoltura del Trentino. La valle si estende dai pressi di Trento fino a Roverè della Luna. All’ interno di questo territorio si arriva nello spettacolare Campo Rotaliano, ove viene coltivato il terolgedo, principe dei vini del Trentino. La zona di produzione del teroldego rotaliano  è limitata solo ai comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e San Michele all’ Adige. Nel resto della regione vitivinicola, i vitigni più diffusi sono il lagrain, lo schiava e il riesling. Inoltre, sono presenti anche il merlot, il pinot nero, lo chardonnay e il nosiola.

La Valle di Cembra.

Questa zona si estende da Lavis fino a Cavalese. Qui la viticoltura è estrema, il clima è infatti rigido, tipicamente alpino. In questi ripidi pendii, sostenuti da muretti a secco, crescono la schiava grossa e la schiava gentile, con ottimi risultati. Inoltre, dai 500 metri s.l.m. vengono coltivate anche müller thurgau, pinot bianco e chardonnay.

La Valle del Sarca.

Questa valle si protende dal lago di Garda a Vezzano. Questa zona è rinomata per la produzione del Vin Santo DOC, ottenuto dal vitigno autoctono nosiola, allevato tramite la pergola trentina. Gli altri vitigni diffusi in loco sono il merlot, il cabernet franc e müller thurgau. Infine, dagli anni ’50, si coltiva il rebo, ottenuto dall’ incrocio tra merlot e marzemino, grazie al lavoro del genetista  Rebo Rigotti .

Gastronomia tipica del Trentino

Semplicità e bontà.

Nei secoli passati, la cucina trentina si è formata dalle solide basi della gastronomia contadina, influenzata dal dominio veneto. Uno dei piatti portanti della tradizione culinaria del Trentino è la polenta, preparata in diverse fogge. Essa, veniva servita con le luganeghe, le carni in umido, con il capriolo o anche cotta nel latte. Inoltre, abbinati splendidamente alla polenta sono i numerosi formaggi locali, grassi e  saporiti, ottenuti dal latte delle mucche al pascolo. Inutile dire quanto questi piatti della tradizione si sposino bene con i locali  vini  del Trentino, come un Teroldego Rotaliano DOC.

Gli antipasti del Trentino.

Sicuramente tra questi spiccano i fagioli e la salada, ovvero fettine di coscia di bue  in salamoia, serviti con fagioli bolliti. Inoltre, immancabile è lo speck, principe dei salumi trentini.

I primi piatti trentini.

Tra i primi  più rappresentativi del trentino troviamo i canederli,  polpette di pane raffermo amalgamate con uova, latte, carne e formaggio e serviti in brodo. Talvolta, i canederli possono essere serviti anche asciutti, nelle versioni de frito, de magro e bianchi. Altra preparazione caratteristica è il bro brusà, un brodo con orzo; oppure la panada, preparata con pane raffermo. Troviamo poi i fregolati, delle polpettine di semolino in brodo e la classica pasta e fagioli. Molto gustosi sono poi i ravioli trentini, farciti con diverse carni. Sempre a base di pasta fresca sono i cazoncei, ripieni di spinaci e ricotta. Infine, si cucinano le tagliatelle di casa, con burro e panna d’ alpeggio e gli strangrolapreti, gnocchetti verdi di spinaci.

I secondi piatti di carne del Trentino.

Tra i primi  più rappresentativi del trentino troviamo i canederli,  polpette di pane raffermo amalgamate con uova, latte, carne e formaggio e serviti in brodo. Talvolta, i canederli possono essere serviti anche asciutti, nelle versioni de frito, de magro e bianchi. Altra preparazione caratteristica è il bro brusà, un brodo con orzo; oppure la panada, preparata con pane raffermo. Troviamo poi i fregolati, delle polpettine di semolino in brodo e la classica pasta e fagioli. Molto gustosi sono poi i ravioli trentini, farciti con diverse carni. Sempre a base di pasta fresca sono i cazoncei, ripieni di spinaci e ricotta. Infine, si cucinano le tagliatelle di casa, con burro e panna d’ alpeggio e gli strangrolapreti, gnocchetti verdi di spinaci.

I secondi piatti di pesce e vino del Trentino.

Anche il pesce è presente nella cucina tipica trentina. Degli esempi sono l’ anguilla alla trentina, la trota affumicata e lo stoccafisso al forno con patate. Alcuni vini bianchi del Trentino, come l’ autoctono Nosiola DOC si sposano perfettamente con queste portate.

I contorni della cucina trentina.

Tipiche sono le polpette di fagioli e cipolla, così come le patate alla trentina con lo speck. Inoltre, iconici sono i crauti, ottenuti dal cavolo cappuccio fermentato e cotto.

I formaggi e vino Trentino spumante.

La regione è assai vocata alla produzione lattiero- casearia, visto l’ abbondanza di pascoli. Tra le produzioni casearie più importanti ricordiamo il puzzone di Moena, a pasta semidura di latte vaccino. Inoltre, si produce il canestrato della Vallegarina, sia fresco che da grattugia. Molti altri formaggi sono tipici del territorio, come la vèzzena, la tosela, la spressa. In questa regione si produce anche il noto grana padano del Trentino, detto trentingrana. Questo formaggio si presta bene all’ aperitivo, magari con un calice di Trento DOC spumante millesimato, re dei vini trentini.

I dessert e vino trentino dolce.

Ampia è la produzione di dolci, in Trentino. Partendo dai fiadoni alla trentina, con mandorle, mele e rum e arrivando allo strudel, si fa ampio uso di mele. Inoltre, si preparano i basini de Trent alle mandorle, i cappuccini affogati , la pinza trentina con pane raffermo, latte e fichi. Numerose sono poi le torte, come la torta dei fregolati, con mandorle e pinoli e quella di mais e mirtilli. Dolci tipici ottimi, che se accompagnati da vini trentini eccellenti, come il Vin Santo Trentino DOC, danno risultati superlativi.

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