Vini romagnoli
Storia dei vini romagnoli.
Le origini dei vini romagnoli.
La nascita della vitivinicoltura romagnola si deve principalmente agli Etruschi. Infatti, stando a quanto riferisce lo scrittore latino Varrone, furono proprio gli etruschi a bonificare le zone paludose della Romagna. Al posto degli acquitrini, essi fondarono città come Ferrara, Forlì e Imola, piantando alberi da frutto e viti. Successivamente, con l’avvento dei romani, la produzione vinicola crebbe ancor di più. Come le autorevoli fonti tratte da Plinio il Vecchio e Marziale affermano, nella zona si producevano vini principalmente da tavolo. Furono sicuramente i Romani a piantare in Romagna il vitigno Refosco Terrano, conosciuto localmente come Cagnina .
La comparsa di nuovi vini in Romagna.
In seguito, in età medievale, compare anche l’albana così come il trebbiano e la malvasia. Degno di nota è inoltre il riferimento che Dante fa nella sua Divina Commedia al buon vino di Forlì. Ciò dimostra che la viticoltura romagnola non cessa di prosperare ed anche Andrea Bacci riporta le qualità dei vini Sangiovese e Albana. Fino al 1800 la viticoltura romagnola cresce e si aggiorna, finché non compaiono oidio e peronospora. Infine, nel 1906 giunge in Romagna anche la filossera che, in alcune zone, uccide più del 90% degli impianti vinicoli.
Pedoclima dei vini romagnoli.
La geografia dei vini romagnoli.
La Romagna confina a nord con l’Emilia e il Veneto, a sud con le Marche, ad ovest la Toscana e ad est con l’ Adriatico. Inoltre, parte del suo territorio ospita enclave di San Marino. Prendendo come riferimento la Via Emilia, che divide longitudinalmente il territorio romagnolo, possiamo delineare due zone geografiche. A destra della via Emilia si trovano le zone collinari e montuose, costituita da rocce marnoso arenarie; mentre a sinistra si trova la pianura di origine alluvionale, chi digrada verso il mare Adriatico.
Idrografia di vini romagnoli.
I fiumi romagnoli scorrono tutti da ovest ad est, ovvero dall’Appennino al mare. Il fiume principale è il Reno, che ha come affluenti i torrenti Idice, Sillaro, Santerno e Segno. Inoltre, in Romagna, si trova lo storico e ben noto fiume Rubicone, ove Cesare pronunciò la celebre frase “il dado è tratto”.
Un clima favorevole per i vini romagnoli.
In Romagna il clima risente favorevolmente dell’influenza del male infatti è temperato e mite, ma gli inverni sono umidi e nebbiosi, talvolta freddi. Nell’entroterra, i rilievi collinari e montuosi hanno un clima più rigido con escursioni termiche marcate e inverni freddi. Infine, le precipitazioni sono prevalentemente invernali e primaverili, maggiormente concentrate sui rilievi.
I principali vini romagnoli.
I principali vitigni che danno vita ai vini romagnoli.
I vitigni più coltivati in Romagna sono il trebbiano romagnolo, il sangiovese, il biancame e il bombino bianco. Inoltre, citiamo anche il montepulciano, lo chardonnay il pignoletto e l’albana.
Il principe dei vini romagnoli: il Sangiovese.
Senza ombra di dubbio, il più importante vino della Romagna è il Sangiovese . In questo territorio il sangiovese era chiamato “Sanzves“. Inoltre, questa varietà ha una storia plurisecolare, tanto che atti notarili del 1672 testimoniano già la produzione di questo vino. Grande impulso alla conoscenza di questo vino viene dato dell’enoteca regionale, situata a Dozza, nella splendida location del Castello Sforzesco. Infatti, proprio qui si possono gustare tutti gli ottimi Sangiovesi prodotti in Romagna.
Un altro vino di qualità: l' albana.
Il vitigno ha origini antichissime, addirittura risalenti all’antica Roma. Ancestralmente, era noto come greco di Ancona. Proprio in Romagna, l’ albana , ottiene risultati sorprendenti. Tra l’altro, questo vitigno ha diversi cloni, di cui 5 omologati: essi sono l’ albana gentile di Bertinoro, l’albana della serra, l’albana della Campadrona, l’ albana della bagarona e l’albana della gaiana.
Zone vitivinicole dei vini romagnoli.
Caratteri generali della viticoltura romagnola.
A differenza dell’Emilia, in Romagna si producono prevalentemente vini fermi. In questo territorio, le principali forme di allevamento della vite sono rappresentate dal: doppio capovolto, cordone spezzato e dalla cortina semplice. Inoltre, l’età media degli impianti e di 17/18 anni, i quali hanno una dislocazione varia. Infatti il 65% si trova in pianura il 33% collina e il restante 2% in montagna.
I vini romagnoli sui Colli di Faenza.
In questa zona collinare il sangiovese produce ottimi risultati. Più precisamente nella Valle del Marzeno , grazie ai terreni alluvionali argillosi con presenza di calcare, il sangiovese si esprime ottimamente.
Il Sangiovese delle colline di Forlì e di Cesena.
In questo territorio collinare, il sangiovese assume profumi gradevoli di viola e di frutti di bosco. Inoltre, al variare delle sottozone, anche il vino cambia sentori e profumi. Infatti, fra Imola e Faenza, il vino è allegro, vivace e piacevole; mentre a Forlì è più robusto, di corpo e adatto all’affidamento. Invece, nei dintorni di Cesena si ottengono vini nobili, eleganti e ben strutturati; mentre a Rimini il sangiovese è più gentile, beverino ed aromatico
La gastronomia tipica romagnola.
Cordialità e buon cibo.
I romagnoli si sa, sono gente ospitale ed amichevole, nonchè amanti della buona tavola. La cucina romagnola è una cucina dai sapori decisi, ed è piacevolmente influenzata dal mare. Celebre romagnolo e amante della buona cucina, in quanto cuoco, fu Pellegrino Artusi . Egli fu il primo a dare un’impronta unitaria palla cucina italiana, raccogliendo le ricette regionali nei suoi celebri libri.
Piadina e Romagna, un connubio perfetto.
Se si presta alla riviera romagnola si pensa, inevitabilmente, alla piadina. Preparata con un impasto di farina acqua e strutto e poi cotta sulla piastra, si presta ad essere farcita con qualsiasi ingrediente.
Gli antipasti romagnoli.
Tra gli antipasti di mare ricordiamoli l’ insalata di pesce, costituita da molluschi e crostacei, coda di rospo, spezie e limone. Inoltre, citiamo le sarde marinate al limone con aglio prezzemolo e olio. Ancora, ricordiamo gli spiedini di gamberi, la frittatina di Bianchetti e le triglie al prosciutto di artusiana memoria.
I primi piatti romagnoli.
Tra i primi piatti di terra troviamo i cappelletti romagnoli, ripieno al formaggio oppure i garganelli o i passatelli con Parmigiano Reggiano, pan grattato e uova fresche. Entrambi, vengono cotti nel brodo di carne. Inoltre, ottimi sono gli strozzapreti e i tortelloni alle erbe; entrambi a base di pasta all’uovo. Passando per le proposte di mare, citiamo il gustosissimo brodetto alla romagnola, composto da triglie anguille, coda di rospo, canocchie che altri pesci che il pescato offre.
I secondi piatti romagnoli.
Nella parte più meridionale della regione, è diffusa la porchetta così come il maiale al latte aromatizzato talvolta con il tartufo. Inoltre, sugli Appennini, sono molto diffusi i piatti a base di selvaggina e funghi. Assai saporita è inoltre la fasuleda alla romagnola, ottenuta con fagioli secchi, salsiccia fresca, cipolla e cotiche di maiale. Particolare è il belecott, una sorta di via di mezzo tra un cotechino e una salsiccia di maiale tritata ed insaporita con cannella chiodi di garofano. Succulento è anche l’agnello alla romagnola, nonchè il bue garofanato. Molto diffusa e anche l’anatra al Romagnola, preparata con pancetta vino e aromi. Infine citiamo le pernici saltate con tartufi e scalogno.
I contorni tipici romagnoli.
I già ottimi piatti romagnoli, possono essere accompagnati dal delicato sentore dello scalogno di Romagna IGP, o dai pregiati aromi dei tartufi di Dovadola. Ottimo è anche l’olio extravergine di Brisighella o delle colline di Romagna, entrambi DOP
I formaggi della Romagna.
Il dolce per eccellenza è la ciambella distesa, che non è tonda e col buco, ma bensì forma affusolata ed allungata. Si consuma tagliata a fette e accompagnata dall’ Albana di Romagna dolce. Altro dolce da ricordare è il bustrengo, così come l’ amor polenta: un dolce fatto con farina di mais. Ottimo è anche il pan del nonno, a base di amaretti e nocciole. Tra le altre preparazioni di pasticceria, ricordiamo le mistacchine, i sabadoni e i zalett. Infine, a Natale si prepara il miacetto, tipico della città di Cattolica. Le sfrappole o flapple, così come le castagnole sono invece tipiche di carnevale. Comunque sono una ventina i formaggi tipici della regione.
La pasticceria tipica romagnola.
Tra le principali produzioni casearie romagnole citiamo il formaggio di fossa di Sogliano e il celebre squacquerone. Il formaggio di fossa è assai stagionato, con sapore intenso e ricco; mentre lo squacquerone è notoriamente fresco, delicato e morbido. Infine, assai apprezzata è l’unione tra formaggio di fossa e pere di Romagna IGP, Un connubio veramente inebriante.