Vini lombardi

Introduzione ai vini lombardi

I vini lombardi sono tra i vini italiani apprezzati sia in territorio nazionale che in quello internazionale. 

Il toponimo deriva dalla parola “Longobardia”, ovvero quell’area che fu sotto il dominio dei Longobardi, un popolo germanico. Il nome Lombardia lo troviamo in un documento nel 1553 ma venne adottato a partire dal 1717.

Cenni storici per provincia.

I vini lombardi nel bresciano.

In questa area le testimonianze storiche sono tra le più antiche di tutti i vini lombardi. Infatti sono stati ritrovati vinaccioli di Vitis Vinifera Silvestris sulle rive del Lago di Garda e del Lago d’Iseo risalenti all’età del bronzo. Questo periodo è tra l’età della Pietra e quella del Ferro ed inoltre è caratterizzato dalla lavorazione del metallo da cui prende il nome. Però la coltivazione vera e propria della vite è della sottospecie Vitis Vinifera Sativa risale al 400 a.C. Quando l’imperatore Marco Aurelio Probo (232 – 282 d.C.) ristabilì la libertà di coltivare la vite che fu proibita dall’imperatore Domiziano(51-96 d.C.). Per questa ragione il popolo gli dedicò statue di marmo e di bronzo. Ad ogni modo il vigneto ai piedi del castello di Brescia è il vigneto cittadino più grande d’Europa di cui ne testimoniano la presenza documenti del 1250.

I vini lombardi nel bergamasco.

Plinio descrive una sviluppata coltivazione della vite su queste colline. Il Moscato di Scanzo in questa zona è tra i vini lombardi più importanti della Regione. Il Ronchetti racconta che nel 1398 duecento Guelfi  saccheggiarono le case ghibelline di Scanzo rubando 60 carri di vino. Inoltre il bresciano Agostino Gallo nel suo libro del 1569 descrive la sapiente coltivazione della vite da parte dei bergamaschi. 

I vini lombardi di Como e Lecco.

Le citazioni storiche di 2.000/1.500 anni fa di Strabone e di Aurelio Cassiodoro testimoniano la presenza della viticoltura lungo le sponde del lago di Como.  L’espansione della viticoltura è stata frenata dalla scarsa redditività dei vigneti spesso poco meccanizzabili e inaccessibili. L’arrivo della fillossera incrementò inoltre il fenomeno dell’abbandono dei vigneti. La riscoperta e la ripresa della viticoltura nella zona è invece storia recente.

I vini lombardi nel mantovano.

Anche in questa provincia le origini dei vini lombardi sono antiche. Il poeta mantovano, Virgilio descrisse nella quinta Bucolica, un’opera del 39 a.C., la presenza della Vitis Labrusca. La coltivazione della vite assunse consistenza grazie al lavoro dei monaci benedettini intorno all’anno 1.100. Fu la grancontessa toscana Matilde di Canossa a favorire l’insediamento degli uomini religiosi. Tutt’oggi, in questa zona, la coltivazione della vite nasce in terre bonificate dall’opera di disboscamento e arginatura dei fiumi.

I vini lombardi nel milanese.

La storia della vite in provincia di Milano non è legata al ruolo centrale commerciale che il capoluogo lombardo ha sempre svolto. Con la testimonianza dei seguenti autori inquadriamo meglio la realtà vitivinicola. Ad esempio il poeta milanese Carlo Porta (1775-1821) nella sua operaBrindes de Meneghin a l’Ostaria contrappone i vini lombardi del milanese con alcuni noti vini stranieri. Mentre un altro autore locale Carlo Verri (1743-1823) nel volume “Del Vino Discorsi Quattro” cita le migliori località della provincia produttrici di vino. Tuttavia un antico torchio del 1794 si trova presso Villa Villoresi a Busto Garolfo.

I vini lombardi nel pavese.

Anche in questa provincia c’è un reperto preistorico. Stiamo parlando di un tralcio di vite millenario trovato nei pressi di Casteggio. Oltre a questo, il capo militare Strabone (63 a.C.-23 a.C.), durante un suo passaggio con le sue truppe, disse che vide le botti di legno più grandi delle case. Inoltre, egli attribuì a questa zona l’origine della botte. Un’altra testimonianza del 1600 è dell’autore Andrea Bacci che descrive eccellentissimi i vini lombardi del pavese. Un dato famoso riguarda i vitigni autoctoni dell’Oltrepò che furono 225 prima della fillossera, oggi ridotti a circa una dozzina. 

I vini lombardi nel sondriese.

La più antica testimonianza è dell’ 837  ed è inquadrata tra la zona di Morbegno e Montagna in Valtellina. I vantaggi del tanto citato contratto “accola“ permisero lo sviluppo della viticoltura sui terrazzamenti. Nel 1500 iniziò la grande esportazione dei vini lombardi valtellinesi all’estero grazie all’annessione della Valtellina al territorio dei Grigioni. Anche qui dalla fine del 1800 le avversità dell’oidio, della peronospora, e della fillossera ridussero gli ettari vitati da 10.000 a poco più di 1.000.   

Pedoclima dei vini lombardi.

L' inquadramento geografico.

La Lombardia confina a nord con la Svizzera, ad ovest con il Piemonte, a sud con l’Emilia Romagna e ad est con il Trentino Alto Adige e il VenetoÈ la quarta regione più grande d’Italia con circa 24.000 km quadrati. Il suo territorio è per il 41% montano, per il 47% è pianeggiante e per il 13% è collinare. Possiamo suddividere questa regione in 5 grandi aree morfologiche. Un’area è quella alpina , poi quella  prealpina, dell’alta pianura, della bassa pianura e infine quella appenninica.  

I fiumi e i laghi lombardi.

La regione è attraversata dal fiume più grande d’Italia, il Po. In esso affluiscono la maggior parte dei fiumi in particolare l’Adda, l’Oglio, il Mincio e il Ticino.  Inoltre è la regione italiana più ricca di laghi per esempio il lago di Como, il lago d’Iseo e il Lago di Garda e il Lago Maggiore. A questi si aggiungono moltissimi altri laghetti di montagna tra l’altro ad altitudine di 1800 m.

Il clima.

Il clima è tipico delle zone temperate ma con sensibili differenze dovute alle cinque diverse morfologie del territorio che abbiamo sopra elencato. Le temperature invernali nelle zone adiacenti e laghi sono miti e consentono la coltivazione dell’olivo e degli agrumi. Mentre, le temperature invernali nella fascia pedemontana sono piuttosto temperate, le nebbie sono rare e le giornate umide. Qui l’estate è fresca e ventilata. 

Le precipitazioni.

Le piogge sono maggiori verso le Alpi e si riducono alla metà a fondo valle inoltre cadono per circa 80-100 giorni l’anno. In estate non sono rari i rovesci temporaleschi considerando che ci sono anche mesi asciutti. La neve cade in tutta la regione e la nebbia è frequente in bassa pianura

Le zone vitivinicole dei vini lombardi.

Le diverse aree morfologiche richiedono differenti forme di allevamento.I vigneti lombardi si estendono per circa 22.000 ettari ed il 70% è dato dalle uve a bacca rossa. I vini lombardi più rappresentativi derivano dal Nebbiolo in Valtellina, dal Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese e dallo Chardonnay in Franciacorta. Inoltre non dimentichiamo il Trebbiano e il Tuchì nella zona del Lugana. Riveste un’importanza fondamentale il Groppello nella riviera del Garda, con le varietà Gentile, Mocasina e Santo Stefano. In ultimo ma non meno importanti sono i vitigni Barbera e Croatina

L' area della Valtellina.

La Valtellina è localizzata in provincia di Sondrio ed è attraversata dal fiume Adda. I vigneti si estendono da Tirano a Morbegno su pendici scoscese del versante rivolto a sud delle Alpi Orobie. Ogni vigna è aggrappata alla roccia e sostenuta da muri in pietra che formano i famosi terrazzamenti. La vendemmia è praticata con gerle a spalla per cui si può definire eroica la viticoltura. Il vitigno principe è il Nebbiolo conosciuto anche con il nome di Chiavennasca. Le denominazioni principali rappresentano due vini lombardi importanti a livello nazionale. Questi sono lo Sforzato di Valtellina e il Valtellina Superiore con le sue sotto denominazioni. Il primo è una tipologia di rosso passito ma con basso residuo zuccherino

L' area dell' Oltrepò Pavese.

Nelle colline dell’Oltrepò Pavese è prodotto il 70% di tutto il vino lombardo per via di un ampio ventaglio di tipologie possibili. I vigneti solo allevati ad un’altezza compresa tra i 100 e i 500 metri sul livello del mare. I suoli sono di carattere argilloso e calcareo. Nel 1984 nacque l’Associazione Produttori del Classese dall’unione di 16 produttori. Essi si diedero uno statuto relativo alla produzione di uno spumante metodo classico fatto con il Pinot Nero. Inoltre la versione spumante metodo classico rosè, prodotto esclusivamente con uve Pinot Nero, prende il nome di Cruasè. Diventato oggi un marchio collettivo utilizzato solamente dai soci. Quindi le denominazioni più importanti dell’Oltrepò Pavese sono, il Metodo Classico, la Bonarda, il Buttafuoco e il Sangue di Giuda. Mentre una denominazione non ufficiale ma importantissima è la Valle del Riesling. Il vitigno più coltivato è la Barbera seguito dalla Croatina. 

L' area della Valcalepio.

La zona della Valcalepio è distribuita su un territorio pedemontano a nord di Bergamo. Parte da Almenno San Bartolomeo ad ovest fino alle sponde del Lago d’Iseo ad est. I terreni sono argillosi- calcarei e insieme alla buona esposizione e alle notevoli escursioni termiche producono un vini lombardi di alta qualità. Il vitigno autoctono per eccellenza è il Moscato di Scanzo da cui si ricava un pregiato vino lombardo rosso dolce. I bergamaschi conoscono bene l’arte di produrre metodo classico

L' area della Franciacorta.

La Franciacorta si estende su circa 900 ettari in dolci colline moreniche. Le brezze provenienti dal lago d’Iseo creano un microclima ideale per la produzione di spumante metodo classico. Questo è prodotto utilizzando per la maggior parte uve Chardonnay e in parte minore Pinot nero e Pinot bianco.  Inoltre da qualche anno è stato inserito nel disciplinare il vitigno Erbamat. Oltre al classico Franciacorta di partenza è possibile produrre la tipologia Saten, Rosè, Millesimato e Riserva. Vini lombardi di notevole fama. Il nome potrebbe derivare dal latino Francae Curtes. Le Corti Franche dei monaci avevano il diritto di non pagare le tasse in cambio della bonifica del territorio. La zona è stata classificata in 6 unità paesaggistiche derivanti dalla avanzamento ed dal ritiro dei ghiacciai  che si sono formati nelle ere glaciali. Il primo Franciacorta è stato prodotto nel 1961 dal giovane enologo Franco Ziliani dall’imprenditore Guido Berlucchi

L' area della Riviera del Lago di Garda.

Nei pressi del Lago di Garda si producono diversi importanti vini lombardi. Tra questi possiamo ricordare il Lugana, il San martino della Battaglia, il Riviera Garda classico in cui è inclusa la denominazione della Valtenesi. Le tipologie Lugana Superiore, Lugana Riserva, Lugana Vendemmia Tardiva e Lugana Metodo Classico meritano particolare attenzione. Inoltre qualche produttore si è cimentato nella versione Lugana macerato, ottenendo ottimi risultati. Allo stesso modo è risultata interessante la tipologia Groppello metodo classico sia rosè che blanc de noir. Oltre a questo la zona è vocata per la produzione di Chiaretto di cui Pompeo Molmenti fu il precursore. Invece rossi importanti sono tenuti dal uvaggio di Groppello, Marzemino, Barbera e Sangiovese. Infine va segnalato che il San Martino della Battaglia è prodotto con uva Tocai qui rinominato Tuchì.

La gastronomia lombarda.

La Lombardia ha un panorama gastronomico complesso ed ampio dovuto dalla presenza di pianura, montagna nonché di laghi e fiumi. 

Gli antipasti lombardi.

I più famosi salami D.O.P. sono il Salame di Brianza e il Salame di Varzi oltre al Salame di Cremona e di Mantova. Altre specialità ma valtellinesi sono la mortadella di fegato, la slinzega, la luganega di equino e un prosciutto di capra chiamato violino. La Bresaola della Valtellina IGP è molto conosciuta ed è ottenuta dalle cosce di manzo. Anche nella zona di Mortara si produce un prosciutto pregiato con la carne d’oca. Questi salumi possono comporre un antipasto all’italiana con il peperone di Voghera e i nervetti di vitello. Ci sono molte possibilità di abbinamento con i vini lombardi.

I primi piatti lombardi.

Il risotto alla milanese  è fatto con zafferano, con il brodo di carne e midollo di bue, mantecato con Parmigiano Reggiano. Le altre specialità regionali a base di riso sono il risotto alla campagnola nel Lodigiano e quelli alla monzese. Ma anche quello alla certosina, al salto, alla mantovana sono vere specialità. Infine non dimentichiamo il risotto con il pesce persico, con le rane, alla pilota, con salamelle e con pasta di salame fresco. Le ricette di minestre più preparate sono, la zuppa alla Pavese, il pancotto, il minestrone alla milanese e i brofadei bresciani. Sono molto diffusi i tortelli di zucca, gli agnolini del mantovano, i cappelloni della Lomellina e i casonsei. I famosi pizzoccheri valtellinesi sono ottenuti con farina di grano saraceno e poi conditi con verza, patate, erbe aromatiche, abbondante burro e Bitto. Anche qui la possibilità di abbinamento con i vini lombardi è immensa.   

I secondi piatti lombardi a base di carne.

La carne del suino è molto utilizzata in questa cucina regionale. Ad esempio la cassola è composta con verza e vari parti del maiale. Le costolette alla milanese si fanno con il carré del vitello della Brianza. Anche il bollito misto è tipico della cucina milanese magari accompagnato dalla mostarda di Cremona o dalla mostarda di mele campanine del Mantovano. Lo stracotto e gli ossibuchi, il manzo alla California, il brasato al vino e il vitello all’ambrosiana sono altri piatti tipici. La trippa in brodo alla busecca o alla milanese, il rognone trifolato, l’ossobuco servito insieme al risotto sono ricette che valorizzano le parti povere. I vini lombardi da abbinare spaziano dai rossi di media struttura e quelli più strutturati .

I secondi piatti lombardi a base di pesce.

La regione è ricca di laghi e fiumi e quindi non possono mancare ricette di pesce d’acqua dolce. Gli agoni alla comasca sono marinati nell’olio e nel limone e poi fritti. La tinca alla Lariana è preparata in umido con patate e cipolla. Ugualmente la zuppa di pesce alla tremezzina , le rane fritte, i lavarelli al vino bianco e l’anguilla appartengono alla tradizione. In tutta onestà è possibile abbinare vini bianchi fermi e vini spumanti

I formaggi tipici lombardi.

Il Bitto, il Casera, il Formai de Mut, il Quartirolo Lombardo, il Provolone Valpadano, il Taleggio e il Gorgonzola sono solo alcuni dei più rinomati. Infatti possiamo parlare ancora di Grana Padano e di Grana Lodigiano. Da quest’ultimo si ricava il Raspadüra. Si tratta appunto di formaggio giovane e fresco raschiato con un apposito attrezzo in modo tale da ottenere delle lamelle sottili. Per completare il quadro nominiamo il Bagoss, il Pannerone, lo Stracchino, la Crescenza, il Mascarpone, la Robiola, lo Scimudin e il Patalos stagionato al vino rosso. Questi formaggi si possono servire con marmellate di Pera Mantovana I.G.P. o con miele . A proposito di frutta , il Melone di Viadana e la Mela della Valtellina sono prodotti tipici. I vini lombardi bianchi, rosati e rossi sono un ottimo abbinamento sia nelle stagioni calde, sia in quelle fredde.

I dolci tipici lombardi.

La colomba Pasquale, il panettone, le chiacchiere di carnevale e le fave dei morti sono dolci consumati nelle feste tradizionali. La spongata di Cremona è un pane condito con miele nocciole e cedro candito. La torta paradiso del pavese, la pangialdina e la sbrisolona mantovana sono altri dolci conosciuti anche al di fuori dei confini. I vini lombardi dolci accompagnano bene queste pietanze .

La Regione della Lombardia vanta una storica cultura eno-gastronomica di alto interesse.

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