Vini emiliani

Storia dei vini emiliani

L' origine dei vini emiliani.

Le prime tracce di viticoltura nella regione Emilia risalgono addirittura 1700  a.C , ovvero all’ età del bronzo. Successivamente, sappiamo che furono dapprima gli etruschi e poi romani a continuare la tradizione vitivinicola. Infatti, come ci testimonia lo scrittore latino Varrone e il celebre Virgilio, la zona era occupata dalla Vitis labrusca. Poiché i romani vollero incrementare e modificare la produzione di vino, affiancarono alla autoctona Labrusca altre varietà. Via discorrendo nei secoli, nel Medioevo, i vini Emiliani prosperano. Difatti, i vini provenienti da questa terra spopolano nelle case aristocratiche. Inoltre, tra il XII e XIV secolo, Pier De Crescenzi cita il Trebbiano e la Malvasia come vini “Nobili e di ben serbatojo“.

Splendore e decadenza dei vini emiliani.

A partire dal XVI secolo si hanno numerose testimonianze chi lodano i vini di questa terra. Tra le più celebri, troviamo quella di Andrea Bacci mentre nel XVIII secolo, finalmente, compaiono le prime citazioni al Lambrusco. Questo vino, probabilmente uno dei più caratteristici della zona, a un’origine diretta dal Vitis labrusca menzionate dai latini. Inoltre, col passare dei secoli, si affermarono i vini emiliani anche all’ estero, come la Malvasia del Colle,  in Francia e il Berzemino,  in Spagna. Tutta questa prosperità venne però stroncata improvvisamente dallo Filossera. Difatti, questo parassita, in pochi decenni distrusse gran parte del panorama vitivinicolo Emiliano.

Ambiente pedoclimatico dei vini emiliani

Geografia dei vini emiliani.

L’ Emilia è prevalentemente pianeggiante. Infatti è perlopiù  occupata dalla Pianura Padana.  Nonostante ciò, nel territorio emiliano, si estende l’ Appennino Tosco Emiliano e quello Ligure, con il Monte Cimone come cresta più alta. Il territorio dell’Emilia, che per comodità suddividiamo dalla Romagna, confina a nord con la Lombardia ed il Veneto. Invece, ad est confina con la Romagna ed il Mar Adriatico. Infine, a sud, sfiora  la Toscana ed a est il confine è con la Liguria e del Piemonte.

Idrografia dei vini emilani.

Indubbiamente il fiume più importante è il Po, che scorre nella parte settentrionale della Regione. Esso , oltre a delineare gran parte del confine con Lombardia, e anche il corso d’acqua dove gli altri fiumi Romagnoli confluiscono. Infatti gli altri fiumi della zona sono perlopiù a carattere torrentizio.  Tra gli affluenti principali del Po’, ricordiamo il Panaro, il Secchia, il Trebbia, il Parma e il Tidone. Infine, citiamo il Reno, l’unico fiume degno di nota che sfocia direttamente nel mare Adriatico. Inoltre, della ampia e vasta regione paludosa che occupava gran parte della pianura Emiliana in tempi antichi, rimane ben poco. Infatti ora possiamo trovare solamente gli specchi lacustri del delta del Po e delle Valli Di Comacchio, formate da lagune di acqua salmastra.

Il clima dei vini emiliani.

Il clima dell’Emilia è prevalentemente subcontinentale, ovvero ha inverni freddi ed estati calde. Inoltre, procedendo verso le zone più interne le escursioni termiche si accentuano. Mentre in pianura, vi è una grande presenza di umidità e pertanto è frequente la formazione di fitte nebbie. Per ultimo, possiamo dire che le precipitazioni sono copiose tutto l’anno principalmente in autunno, con picchi sulle colline sui rilievi montuosi.

Zone vitivinicole dei vini emiliani

Aspetti generali dei vini emiliani.

Il Emilia, la vite e principalmente coltivata nella zona collinare. Proprio lungo le dolci pendici di questi rilievi, sii inerpicano le strade dei vini e dei sapori, che rendono il paesaggio vitivinicolo Romagnolo molto affascinante. Comunque, in Emilia, riscontriamo una leggera prevalenza delle uve a bacca rossa. Le varietà più diffuse di viti  nel piacentino sono il barbera e la croatina.  Mentre nel parmense predomina la malvasia di Candia aromatica e il sauvignon. Invece, nel Reggiano e nel Modenese, la varietà egemone è il lambrusco. Infida, il cabernet sauvignon e lo chardonnay, così come il pignoletto sono presenti nel bolognese, mentre del Ferrarese è diffusa il fortana. Inoltre, và detto che i principali sistemi di allevamento della vite in collina sono il guyot e il sylvoz. Mentre in pianura si opta per la pergola romagnola e l‘alberata Emiliana. Da visitare il Consorzio Vini di Romagna che è nato nel 1962.

I vini emiliani della provincia di Piacenza.

In questo territorio, la viticoltura ha antichissime tradizioni, testimoniate da reperti di epoca romana. Proprio una coppa d’argento di età Imperiale detta “gutturnium” ho dato il nome al più famoso vino della zona: il gutturnio. Inoltre, l’incrocio fra barbera e bonarda ha dato vita, proprio qui, ad un nuovo vitigno a bacca rossa denominato ervi. Passando quindi ai vitigni a bacca bianca, ricordiamo la presenza della malvasia di Candia e del moscato. Inoltre, sono presenti il pinot bianco, pinot grigio, chardonnay , riesling e muller thurgau. Infine, in questa zona, si produce il Vin Santo di Vigoleno, una chicca di nicchia, molto raffinata. Il Consorzio Tutela Vini DOC Colli Piacentini è stato fondato nel 1986. 

Il più giovane vino emiliano: l’ Ervi.

Questo vitigno, non molto vigoroso, ma abbastanza produttivo, riassume le qualità della Bonarda e della Barbera, essendo morbido e con tannini poco aggressivi. Inoltre esso, soprattutto se allevato a guyot, permette di ottenere gradazioni zuccherine piuttosto elevate e quindi un titolo alcolometrico di quasi 13 gradi. Altro obiettivo non secondario dell’ ervi  è essere più resistente ai marciumi.

I vini emiliani nei dintorni di Parma.

Anche in questa zona, i vitigni più diffusi sono, il pinot grigio, il pinot bianco, La malvasia di Candia aromatica è il sauvignon. I migliori vini della zona sono racchiusi nella DOC Colli di Parma .

Reggio Emilia i suoi vini Emiliani.

In questa provincia si trova il più famoso e classico dei vini Emiliani, il Lambrusco. Questo vino, deve il suo nome a un antenato della Vitis vinifera, ovvero la Vitis labrusca. Questo vino ottimo, si ottiene da 25 diverse varietà di lambrusco : il lambrusco salamino, maestri, marani, montericco e ancellotta sono i principali.  Inoltre, in questo territorio, si produce il Colli di Scandiano  e di Canossa bianco classico, vino molto interessante prodotto nella zona collinare. Questo vino è ottenuto dal vitigno spergola, ovvero il nome locale del sauvignon.

I vini emiliani nel modenese.

Nei dintorni di Modena, i vini Emiliani più importanti sono il Lambrusco di Sorbara e il Lambrusco di Grasparossa  . Inoltre si produce il Lambrusco Maestri detto anche Lambrusco di Spagna. In questo territorio, il vitigno  lambrusco salamino, è detto Santa Croce. Ciò perché prende il nome do una frazione del comune di Carpi, da cui sembra avere origine. Invece, la denominazione classica”salamino” deriva dalla forma serrata e cilindrica del grappolo, che ricorda quella di un salame. Inoltre, il lambrusco montericco è originario della zona di Albinea, nelle basse colline reggiane. Invece l’ ancellotta, prende la denominazione dalla forma lanceolata della foglia. Altri vitigni chiamati labruschi poiché imparentati con la Vitis labrusca sono poi: il lambrusco viadanese (o groppello ruberti) e l’ enantio.

Un vino emiliano caratteristico: il Lambrusco.

Tutti i lambruschi, sono sempre frizzanti per natura. Infatti la rifermentazione naturale, genera l’anidride carbonica in maniera spontanea. Inoltre, l’elevata acidità fissa, il ph basso e il titolo alcolometrico ragionevolmente non elevato, solo le caratteristiche peculiari di questo vino. Inoltre il brusco è assai gradevole e beverino, fresco e con spuma evanescente. Può essere, a seconda delle diverse versioni, secco o amabile, rosso oppure rosato.

I vini emiliani in provincia di Bologna.

Nella fascia collinare del bolognese, è coltivato il tradizionale vitigno montù della quale si produce il Reno Montuni, facente parte della DOC Reno. Inoltre, la zona  comprende anche tipologie di bianco vinificato anche nella versione frizzante. Invece, la DOC Colli Bolognesi  situata è situata attorno alle pendici collinari del Monte San Pietro. questa situazione comprende sette sotto zone con 8 vitigni iscritti nel disciplinare. Tra questi, troviamo anche il pignoletto che si esprime in questa doc in maniera assai interessante.

La gastronomia tipica dell' Emilia

Buona per natura.

In Emilia la cultura del cibo è onnipresente. La gastronomia è ricca , non solo di sapori, ma anche gli ingredienti. Sicuramente , il punto cardine della tradizione gastronomica emiliana sono i salumi . Infatti ricordiamo il Prosciutto Crudo di Parma  e quello di Modena, entrambi  DOP. Non da meno sono il Culatello di Zibello e il salame , la coppa e la pancetta di Piacenza. Inoltre, citiamo il gustoso fiocco di culatello e fiocchetto , ottenuti dalla coscia di maiale. Sempre dal suino , sì ricava il prosciutto crudo di Langhirano , la coppa di Parma, dal pancetta canusina, la Mortadella di Bologba igp e il salame Felino. Infine, si producono gli ottimi ciccioli montanari di Modena; citiamo poi la spalla cotta di San Secondo e lo zampone  e il cotechino igp.

Gli antipasti emiliani.

Anche qui, è la carne a farla da padrona. Infatti cominciamo dai bocconcini alla bolognese, del vol-au-vent  riempiti con ragù a base di rigaglie di pollo, passando poi alla mortadella fritta. Citiamo puoi i burlenghi, delle frittelle di farina uovo e latte, nonché la burtlèina. Inoltre ricordiamo i gonfietti al formaggio e l’ erbazzone, preparato con spinaci bolliti con lardo, aromi, parmigiano e uova. Tra gli antipasti ricordiamo anche le tigelle, ovvero delle piadine servite calde con lardo fresco, aglio e rosmarino; infide la torta di bietole.

La regina dei primi emiliani: la sfoglia all' uovo.

Fondamentale per la cucina dell’Emilia e la pasta all’uovo, definita anche sfoglia. Questa preparazione viene tramandata di generazione in generazione secondo la tradizione, dalle sapienti mani delle massaie, che impastano di farina e uova. Quindi, dalla sfoglia, si ricavano le tagliatelle, i tagliolini, le pappardelle, le lasagne e i maltagliati,  a seconda del formato desiderato. Inoltre, la sfoglia si presta benissimo ad essere cucinata con succulenti sughi e salse, nonché per essere riempita. Infatti ottime e numerose sono le paste ripiene, come gli anulen di Parma e di Piacenza e i tortellini di Bologna. Infine, ricordiamo i cappelletti ferraresi, ripieni di carne e i cappellacci di magro, alla zucca. Inoltre, sempre con la pasta all’uovo, si prepara la famosissima lasagna al forno .

I primi piatti emiliani.

Assai caratteristico, soprattutto consumato nella festa di carnevale, è il pasticcio Ferrarese di maccheroni. Questa ricetta, risalente addirittura ‘700, è composta de una pasta dolce esterna, farcita con funghi, tartufi, carne e pasta. Inoltre, ricordiamo i maccheroni di Bobbio e tortelli alle erbe. Anche i pisarei e fasöi, ovvero dei gnocchetti tipici del piacentino, preparati con farina e pangrattato e conditi pomodoro e fagioli sono ottimi. Così come è ottima e particolare la bomba di riso con piccioni. Ricordiamo inoltre il rus cun la terdura e la zuppa alla bolognese, preparata con mortadella, semolino, parmigiano, uova e burro.

I secondi piatti tipici emiliani.

Tra i numerosi e succulenti piatti, citiamo il capretto alla piacentina, che viene cotto in casseruola con cipolla, olio, burro e vino bianco. Inoltre, si preparano le crocchette di pollo, composte anche da mortadella e accompagnate da besciamella. Anche il polpettone di tacchino, la coppa al forno, e lo zampone con lenticchie sono preparazioni squisite è assai presenti sul territorio. Sempre a base di salumi sono la salama da sugo Ferrarese con purea di patate e il frizon con la salsiccia, a base di luganega. Inoltre citiamo secondi piatti a base di vitello o manzo, come le cotolette farcite, lo stracotto alla piacentina e la busecca, ovvero la trippa. Infine, un vero e proprio trionfo di carni è il bollito misto alla Modenese, accompagnato con salsa verde o mostarda.

Non solo carne: i secondi emiliani di pesce.

Infatti, anche il pesce riveste il ruolo di ingredienti importante nei secondi emiliani. Perciò ricordiamo il baccalà alla bolognese, cotto in tegame con olio burro e aromi. Anche calamari ripieni in padella e l’ anguilla alla comacchiese, preparate con salsa di pomodoro, aceto e cipolla sono ottime.

Le preparazioni emiliane a base di verdure.

Grazie gli ottimi prodotti della terra, si preparano squisiti piatti a base di verdure. Tra questi, ricordiamo i cardi al forno con ragù di carne e parmigiano oppure le cipolle di medicina e le fave alla bolognese con mortadella. Citiamo anche gli asparagi all’emiliana, preparati con asparagi verdi di Altedo, prosciutto crudo, parmigiano e besciamella. Ancora, ricordiamo le melanzane marinate, nonché la torta di patate. Infine, si gustano i prelibati funghi Porcini di Borgotaro IGP  e il tartufo nero di fragno .

Aceto balsamico e Parmigiani, un connubio perfetto.

L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia con qualche loro goccia bruna, densa e profumata, possono arricchire ogni preparazione. Questo tradizionale prodotto, si presta benissimo ad accompagnare altri cibi di altissima qualità, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano e il Provolone Valpadana. Comunque sono una ventina i formaggi tipici emiliani-romagnoli. 

La pasticceria tipica emiliana.

Tra i prodotti dolciari più importanti, ricordiamo gli amaretti di San Geminano, tipici di Modena, più soffici rispetto agli altri prodotti sul territorio nazionale. Altro prodotto tipico e la ciambella bolognese, così come la crostata di ricotta con frutta crema pasticcera. Inoltre ricordiamo le sfrappole e i tortelli di marmellata di dolci tipici di carnevale. A Reggio Emilia, è famosa inoltre la spongata, un dolce di origine quattrocentesca. Esso è formato da un involucro di pasta frolla, farcito con miele, pinoli, uva passa, frutta candita e spezie. Sempre di Reggio Emilia, il biscione Reggiano, è un dolce tipico del periodo natalizio. Invece, a Parma, si preparano le chiacchiere di suora, nonché le scarpette di Sant’Ilario e gli amaretti di Salsomaggiore. Mentre, nel Ferrarese, i dolci più noti sono la zuppa inglese, il panpepato  e le frittelle di riso. Infine, a Piacenza, è molto apprezzato il croccante dolce.

Infine, un pò di ottima frutta!

L’ Emilia è anche terra di alberi da frutta , che danno produzioni di spiccato pregio qualitativo. Infatti, ricordiamo le gustose Ciliegie di Vignola IGP oppure i Marroni di Castel del Rio IGP quelli di Zocca.

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