Vini abruzzesi

La storia dei vini abruzzesi.

Gli albori dei vini abruzzesi.

La viticoltura abruzzese è molto antica. Tant’è che le prime colture viticole risalgono addirittura all’ età del ferro. Più tardi, furono gli Etruschi ad ottimizzare ed incrementare la coltura della vite, attorno al VII-VI secolo a.C. In epoca romana, la vite venne sempre più coltivata, come affermava anche il poeta romano Ovidio, nativo proprio di Sulmona. Inoltre, anche un altro celebre poeta latino, Plinio il Vecchio, celebrava il vino Pretunian. Grazie alle parole di Marziale, sappiamo poi che i vini abruzzesi erano esportati fino a Roma ed erano serviti nelle case dei patrizi. L’editto di Domiziano, che imponeva la distruzione del 50% dei vigneti per contrastare la sovrapproduzione, diede un primo stop al settore vitivinicolo. Successivamente, con le invasioni barbariche, la produzione vitivinicola abruzzese passò tempi bui. Solo nel Medioevo, con il fenomeno del monachesimo, la vite ritornò ad imporsi sui suoli abruzzesi.

I vini abruzzesi nel rinascimento.

Ben poco sì sa delle vicende del settore vitivinicolo, fino al XVI secolo. Infatti, in questo periodo abbiamo la testimonianza del priore Serafino Razzi, un frate domenicano d’ istanza a Vasto. Proprio egli attesta la presenza di vigne e la produzione di vino nel territorio abruzzese. Inoltre, Andrea Bacci, in quel frangente temporale, ci riporta l’ utilizzo di botti enormi per la fermentazione del vino nell’ Aquilano. Queste testimonianze ci permettono di delineare un quadro fiorente e prospero per la vite e i vini abruzzesi, nel rinascimento

L’ evoluzione recente dei vini dell'Abruzzo.

Nel 1793, Michele Torcia, ci descrive il paesaggio viticolo abruzzese. Egli evidenzia come i vigneti più diffusi fossero il moscatello, moscatellone, zibibbo, lacrima e Montepulciano. Inoltre, sottolineava quanto i vini abruzzesi da essi prodotti fossero buoni. Ciò denota quanto, fino a fine XIX secolo, il patrimonio ampelografico abruzzese fosse considerevole. Infine, anche qui, ad inizio ‘ 900 il flagello della filossera arrivò a decimare la produzione. Perciò molti vitigni morirono e la produzione subì un duro colpo d’ arresto.

Pedoclima dei vini abruzzesi.

La morfologia del territorio dei vini abruzzesi.

Il territorio della regione è prevalentemente montuoso. Infatti, nella parte occidentale, domina l’ Appennino. Quì il suolo è costituito da rocce calcaree, con evidenti fenomeni carsici. In questa zona dominano due grandi massicci, quello della Maiella e quello de Gran Sasso. La parte orientale della regione è invece costituita da una fascia collinare subappenninica. In questa zona i terreni sono argillosi, con sabbie e arenaria, mentre nel settore  settentrionale vi sono rocce arenarie e quarzo. Inoltre, non mancano formazioni  gessose, pozzolane e rocce di origine vulcanica. Nelle enclavi pianeggianti della piana del Fucino, il terreno è geologicamente composto da calcari ed arenarie, con residui organici.

L’ idrografia dell’ Abruzzo.

La posizione geografica dei rilievi montagnosi della regione influenzano lo scorrimento dei fiumi abruzzesi. Difatti, tutti i corsi d’acqua scorrono da ovest ad est, per sfociare nel Mar Adriatico. I principali fiumi abruzzesi sono il Tronto, il Vomano, l’ Aterno-Pescara e il Sangro. I bacini lacustri non sono molti. Tra questi ricordiamo il pittoresco, seppur piccolo, lago di Scanno e il bacino artificiale di Campotosto.

Il microclima dei vini abruzzesi.

Il clima abruzzese è variegato ed ha modificazioni, anche rilevanti, a secondo dei luoghi geografici. Nella zona appenninica, il clima varia a seconda del versante montuoso. Infatti, sui rilievi esposti verso l’ Adriatico, il clima è più mite, con una media annuale di circa 12-16 °C. Altresì, nelle catene montuose più interne, prevale un clima continentale, più freddo. Verso la costa, il clima risente decisamente dell’ influsso positivo del mare. Comunque, l’ Abruzzo, ha generalmente una buona piovosità, seppur alcune conche interne siano siccitose. Sui rilievi più elevati, nel periodo invernale, si hanno anche frequenti precipitazioni nevose. La regione è mediamente ventilata, con la brezza che proviene dal mare.

I principali vitigni abruzzesi.

L’ egemonia del Montepulciano.

I vitigni abruzzesi sono coltivati in diverse maniere, prevalentemente a contro spalliera, guyot, cordone speronato e alberello. Vi sono anche esempi di alberate maritate ad olmi, aceri o testucchi ( viti a mo’ di arbusto, introdotte dai latini). Al giorno d’ oggi, più della metà della produzione è formata dal Montepulciano. Questo vitigno a bacca nera ha caratteristiche ampelografiche omogenee, che garantiscono, quindi, una produzione costante. Il Montepulciano ha un ciclo vegetativo lungo ed una maturazione tardiva. Questo vitigno predilige zone abbastanza siccitose. Esso è allevato principalmente con metodo a contro spalliera o a tendone. Proprio il Montepulciano, il re dei vini abruzzesi, è stato riconosciuto con una DOCG, e diverse DOC. Infatti, il Montepulciano d’ Abruzzo Colline Teramane è stato riconosciuto con la denominazione di origine controllata e garantita. Mentre con la denominazione di origine controllata sono riconosciute Villamagna e Montepulciano d’ Abruzzo.

Altri vitigni per vini abruzzesi.

Oltre al montepulciano, in Abruzzo si coltivano numerosi altri vitigni. Il secondo vitigno per importanza, nella regione, è il trebbiano. Esso è presente in numerosi biotipi, come il trebbiano abruzzese, trebbiano toscano e trebbiano bianco. Vi sono inoltre altri vitigni, autoctoni, come il sangiovese, il regina, la cococciola, il manzoni bianco, la malvasia bianca di Candia. Ricordiamo inoltre le uve montù, pignoletto, regina dei vigneti, malvasia bianca lunga, pecorino, moscato, montonico e passerina. Infine vi sono anche vitigni internazionali, introdotti relativamente di recente. Essi sono lo chardonnay, il merlot, il cabernet franc e sauvignon, e il pinot bianco, grigio e nero. Molti, quindi sono i vitigni, così come i vini abruzzesi. Per i più interessati ad approfondire le particolarità produttive di questo territorio, si consiglia di consultare il sito dei Vini d’Abruzzo.

Le zone vitivinicole abruzzesi.

Caratteri generali.

I vini abruzzesi sono prodotti principalmente dalle uve coltivate nei territori collinari della regione. Infatti, solo il 10% della produzione è localizzata in montagna, contro il 90% della collina.  Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescita per produzione qualitativa e per importanza dei vini abruzzesi. Ciò è dovuto anche alla valorizzazione del territorio, con l’ istituzione di strade del vino e dell’ enoteca regionale di Teramo.

Le zone di produzione vino abruzzese Montepulciano.

Le aree di secolare tradizione, per la produzione di questo noto vino abruzzzese, sono principalmente cinque.

  1. I colli del Tronto e del Vomano;
  2. La vallata Peligna, con un suolo che molto si presta alla coltivazione della vite e con un clima mite. Qui si produce l’ ottimo Montepulciano d’ Abruzzo Cerasuolo, dai tipici sentori di fiori di montagna.
  3. La valle dell’ Aterno e l’ altopiano di Capestrano;
  4. La valle del Tirino;
  5. Val Roveto.

Zona produttiva del Controguerra D.O.C.

Il terreno di questa DOC è composto da terreni argillosi e silicei, con residui ferrosi. Il territorio del disciplinare comprende i comuni di Torano Nuovo, Corropoli, Ancarano, Controguerra e Colonnella, tutti nel teramano. I vini prodotti nella zona del Controguerra, sono soprattutto ottenuti da merlot e cabernet sauvignon, per la componente rossa. Mentre si utilizza lo chardonnay per i vini bianchi. Il microclima di questa zona dona ai vini buona acidità e composizione polifenolica. Sono inoltre adatti all’ invecchiamento.

Il territorio di produzione del Trebbiano.

Le migliori zone nella regione per la produzione del Trebbiano d’ Abruzzo di trovano in valle Peligna. Infatti, in questo luogo, rispetto alle altre zone di produzione in provincia di Chieti e Pescara, il Trebbiano assume un gusto mandorlato.

I vini abruzzesi nella provincia di Chieti.

In questa zona la coltura della vite è prevalentemente destinata al consumo da tavola. Nonostante ciò, negli ultimi tempi, si sta cercando di imprimere una svolta qualitativa alla produzione di vite nel territorio.

La gastronomia abruzzese.

Una cucina basata sulla qualità.

La cucina tipica abruzzese si basa sull’ uso di materie prime locali di qualità. Infatti, questa cucina tende a valorizzare la freschezza del pescato, la tipicità delle carni, la genuinità delle colture. Perciò spiccano chicche come lo zafferano dell’ altopiano di Navelli o l’olio extravergine d’ oliva. Proprio di quest’ ultimo prodotto, l’ Abruzzo è grande produttore, sia quantitativo sia qualitativo. Difatti,  l’ olio extravergine di oliva  nei territori dell’ Aprutino Pescarese, delle Colline Teatine e nel Pretuaziano delle Colline Teramane sono prodotti  D.O.P.

Gli antipasti abruzzesi.

Tra gli antipasti di mare troviamo il crudo di calamaretti all’ olio, nonché i calamaretti alla francavillese. Inoltre si prepara lo scapese di Vasto, ovvero una pietanza a base di pesci di fondale fritti e marinati, aromatizzati con lo zafferano. Passando ai salumi, anch’ essi numerosi, troviamo la mortadella di Campotosto, preparata con carne di maiale brado. Inoltre citiamo la ventricia di Guilmi, un insaccato di maiale piccante, se prodotto nella versione teramana, anche spalmabile. Il fegato dolce, una specialità aquilana con canditi e miele; il fegato pazzo, ovvero una mortadella di fegato e peperoncino. Proseguendo, in Abruzzo è possibile assaggiare la rosetta e il fegatazzo di Ortona, degli insaccati di frattaglie, nonché l’ annoia di Ortona. Sono molte le possibilità d’abbinamento con i vin abruzzesi. 

I primi piatti di carne abruzzesi.

Tra i primi piatti, sicuramente vanno citate le fregancce. Esse sono un tipo di pasta fresca, tagliata grossolanamente e condita con carne e pecorino. Inoltre si preparano le scrippelle ’mbusse, una specie di crêpe al formaggio con brodo di gallina. In aggiunta, troviamo il timballo alla teramana, i maccheroni alla chitarra ovvero dei tipici spaghetti all’ uovo quadrati. Un condimento tipico per gli spaghetti è il sugo di carni miste, oppure con i funghi di bosco  o con i funghi e piselli, nonché con i sughi di pesce. In provincia di Teramo, al 1° maggio è irrinunciabile la virtù, una minestra ricca di legumi e verdure, addensata con della pasta secca. Un’ altra minestra consumata nella regione è quella a lu ciabotte, con patate, peperoni, pomodori e zucchine.

I primi piatti di pesce abruzzesi.

È doveroso citare il brodetto alla pescarese, nonché quello alla vastese. In seguito ricordiamo il guazzetto di sogliole, i calamaretti e i merluzzi in salsa d’ aglio e la coda di rospo al rosmarino. Inoltre, assai saporiti, sono le triglie ripiene, il baccalà in guazzetto con pomodori, peperoni e cipolle e le sogliole alle olive.

I secondi piatti abruzzesi.

Partendo dai secondi piatti di carne,  impossibile non citare quelli a base di agnello. Perciò l’ agnello ai peperoni, quello cacio e uova o alla diavola, sono decisamente preparazioni tipiche. Sempre trattando piatti a base di ovini, ricordiamo la pecora aiu cutturu e la capra alla neretese. Immancabili sono poi gli arrosticini di carne di castrato, cotti alla griglia. Più particolari sono i torcinelli di interiora di agnello e lardo bolliti e le mozzarelle teramane di fegato di agnello. Invece, a base di carne bianca, sono il pollo alla franceschiello e il tacchino alla canzanese, servito con la gelatina rappresa del suo fondo.

I contorni abruzzesi.

Vista l’ abbondanza di verdure ed ortaggi, i contorni vegetali della cucina abruzzese sono molti. Tra questi, citiamo la ghiotta, la cicorietta cacio e uova, la pizza e foje. Famosi sono poi i fagioli di Paganica, le cicerchie e le lenticchie di Santo Stefano. Noti poi sono gli ortaggi dell’ altopiano del Fucino, nonché l’ aglio rosso di Sulmona.

I formaggi abruzzesi.

I formaggi abruzzesi sono di pregio e sono ottenuti sia da latte ovino che suino. Citiamo le scamorze di Ovindoli e Revisondoli, le caciotte e i pecorini stagionati di Barrea, Tagliacozzo e Roccaraso. Inoltre, si produce il cacio marcetto di Castel del Monte, peculiare poiché spalmabile; e la giuncatella. Infine, ricordiamo i caciocavalli e le caciotte dell’ alta valle Peligna.

I dolci tipici abruzzesi.

Per concludere in dolcezza, citiamo la cassata sulmonese, una torta con pan di spagna e torrone. Inoltre tipica è la cicerchiata, fritta e legata col miele, i calgionetti al mosto cotto, poiché cotti nel mosto. Inoltre si preparano i mostaccioli, le ferratelle, i bocconcini lancianesi, ovvero delle crostatine con mandorle, cioccolato e mosto cotto. Più note sono alcune preparazioni, come il parrozzo glassato al cioccolato, citato anche da D’ Annunzio. Oppure come il torrone di Chieti, con cioccolato, fichi secchi e mandorle. Sempre a base di mandorle, sono i deliziosi confetti di Sulmona. Infine, una citazione d’ onore va non solo per i vini abruzzesi dolci, ma anche per i liquori D’Abruzzo, come il Centerbe. Questo liquore è un infuso di erbe, usato come digestivo.

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