Vini italiani
La storia dei vini italiani.
I vini italiani hanno antiche origini.
Tracce fossili di Vitis vinifera nei pressi di Montevarchi, in provincia di Arezzo, fanno risalire l’origine della pianta a 2 milioni di anni fa. Ma pare che l’ origine dei vini italiani è da attribuire a due popoli. I greci che introdussero la viticoltura in Sicilia e poi da qui si allargò lungo le coste meridionali. E gli Etruschi che la introdussero in Toscana e da qui si diffuse verso nord, in Emilia Romagna e verso sud, in Campania.
Chi erano gli Etruschi.
L’Antica civiltà etrusca fu la più importante del Mediterraneo Occidentale prima dell’affermazione di quella romana. I romani sottomisero gli etruschi nel III secolo a.C.. L’Etruria storica comprendeva buona parte della Toscana e dell’Alto Lazio. Inoltre si espanse fino all’Emilia, alla Campania e su tutto il mar Tirreno. Furono i romani a chiamarli Etruschi e la zona da loro abitata Etruria. Il nome originale era Rasenna e la loro nazione Rasna. Furono un popolo ben definito nella loro specificità etnico-linguistica ed erano dediti al commercio, all’artigianato e all’agricoltura. Pur riconoscendosi come Nazione, gli Etruschi non costituivano unità politica. Essi commerciavano con tutti i popoli e principalmente con Greci, Fenici e Celti. Furono loro i precursori della nascita dei vini italiani, attraverso la coltivazione della vite nel centro Italia.
I vini italiani grazie agli Etruschi.
Gli Etruschi cominciarono a coltivare le vigne sin dall’Età del Bronzo(da 3.400 a.C. a 600 a.C.) così come la vedevano crescere spontaneamente nei boschi. La vite è un arbusto rampicante simile alla liana. È nella sua natura aggrapparsi ad altro per raggiungere la luce, altrimenti si espanderebbe per terra. Per questo motivo fu coltivata vicino agli alberi e così, la forma di allevamento, fu detta vite maritata. All’inizio non veniva potata e quindi i tralci tendevano a crescere lunghissimi. La coltivazione non era specializzata ma promiscua a oliveti e alberi da frutta. Questa cultura, durata 3.000 anni, sparì agli inizi del 1.900. Cavazza, nel 1924, parla della scomparsa graduale delle viti maritate a causa degli innumerevoli svantaggi di questo sistema praticato per produrre i vini italiani.
I vini italiani risollevati dai re del medioevo.
Il periodo medievale apre una desolante crisi dell’agricoltura e di conseguenza anche sulla viticoltura a causa delle guerre e delle tasse insostenibili. Il risultato fu l’abbandono delle campagne che fu riequilibrato dalle necessità religiose. Infatti i cristiani avevo il bisogno del vino per celebrare le funzioni della chiesa. Quindi accanto agli insediamenti dei monasteri fu mantenuta la coltivazione della vite. I sovrani che si susseguirono nel dominio del nostro paese incentivarono e sostennero la viticoltura per lo sviluppo dei vini italiani. Parliamo di Teodorico, Re d’Italia dal 474, Rotari, re d’Italia dal 636 e Carlo Magno, primo imperatore dei romani dall’ 800. Nel Basso Medioevo, tra il 1100 e la fine del 1200, nacquero i comuni. Con essi ci fu una netta ripresa nella viticoltura, grazie alle nuove leggi che ne favorirono la diffusione.